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Veneto: Aria sempre più Inquinata e Multe da Capogiro

Polveri sottili in Veneto. Multa milionaria a Regione da Corte di Giustizia europea

Padova 30 mag. 2012 – L’aria peggiora sempre di più poichè le misure strutturali contro le polveri sottili in Veneto non sono mai state applicate. Dalla Corte di Giustizia europea arriverà una multa milionaria ai veneti, ma l’assessore regionale Maurizio Conte chiede a Bruxelles che la legge a tutela della salute pubblica continui a non essere applicata in Veneto. L’assessore Conte ha il dovere di far rispettare la legge e il Piano Regionale di Tutela della qualità dell’aria prima di andare a Bruxelles a chiedere una zona franca per il Veneto. Vuol dire forse che 8000 morti l’anno nella pianura padana per malattie legate alle polveri sottili si affrontano con una deroga alla legge? Dal 2005, anno in cui è stato varato il Piano Regionale per la tutela della qualità dell’aria, i primi ad opporsi con ricorsi al Tar del Veneto sono state le grandi aziende di Porto Marghera e tutt’ora i Comuni veneti sono nella illegalità perché non hanno finora applicato le norme che impongono  i Piani di Azione su aree omogenee dei territori comunali, con monitoraggi e verifiche imposte dal procedimento di Vas Valutazione Ambientale Strategica, e quindi su tutte le fonti di inquinamento dalle emissioni di acciaierie, inceneritori, cementerie, traffico veicolare, trattamento rifiuti, piani urbanistici dei Comuni, l’agricoltura e allevamento. Le Province hanno il potere di sostituirsi ai Comuni, ma non lo fanno. La Regione ha un Piano di rientro dalle polveri sottili fermo al 2006 mentre dovrebbe aggiornarlo ogni anno. I costi di questa illegalità li pagano le famiglie venete con una spesa sanitaria enorme legata alle malattie da inquinamento. Uno studio europeo “Aphekom” ha quantificato in termini economici l’impatto dell’inquinamento dell’aria in 25 città europee. L’Italia è rappresentata da Roma. La cifra è da capogiro: 31,5 miliardi di euro all’anno vengono “buttati via” per lo smog, pari a 19mila morti (di cui 15mila per malattie cardiovascolari).
La Corte di Giustizia europea ci ha già condannati. Si calcola che la multa comunitaria per la violazione della direttiva dovrebbe oscillare attorno ai 700 milioni di euro l’anno. I veneti, a seguito della illegalità dei Comuni che superano i parametri sanitari di legge sulle polveri sottili, saranno costretti a pagare la multa riferita agli anni 2005- 2007, una multa che certamente si ripeterà poiché sino al 2012 la legge in Veneto è sistematicamente violata. Perché la multa deve pagarla il contribuente e non piuttosto gli amministratori che non rispettano la legge? E non dovrebbe essere risarcito chi si ammala perché sindaci e assessori all’ambiente non rispettano la legge a tutela della salute pubblica?
Fonte: ADUC
Fonte:http://news.liberoreporter.eu/?p=29622

Pantelleria ed Egadi Uniti a Proteggere il Canale di Sicilia. - "Il Mare in Primo Piano ed Altro"

Pantelleria ed Egadi uniti a proteggere il Canale di Sicilia. - "Il Mare in primo piano ed altro".

Altro Url: pianetablu.blogfree.net

Santuario dei Cetacei e Laguna di Venezia saranno più Protetti


Fonte
http://profumodimare.forumfree.it/?t=60732851#lastpost
pubblicato da Filippo Foti
Finalmente viene applicata in Italia una misura prevista da una legge esistente già da dieci anni, con cui vengono proibiti gli avvicinamenti pericolosi delle navi alle coste.


Considerando l'urgenza delle scelte che andranno fatte a San Marco ed a Venezia, relative al progetto della piattaforma d'altura al largo di Malamocco ed allo scavo del Canale Contorta Sant'Angelo, il "Comitato" contrario al transito delle grandi navi da crociera ha presentato due diffide, una al Magistrato alle Acque per avere copia di tutta la documentazione originale riguardante il Piano di riassetto morfologico della laguna e l'altra alla Capitaneria di Porto, per accedere alla documentazione sul traffico crocieristico.
L'iniziativa del Comitato è validata dal nuovo decreto disposto dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Passera, di concerto con il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Clini firmato il 2 marzo 2012.
Com'è noto, i due ministri, in data 02 marzo 2012, hanno firmato il decreto anti inchini per le rotte sicure. In particolare il provvedimento, dopo l’incidente della Concordia, proprio all’imboccatura del porto dell’Isola del Giglio, prevede che le navi di grossa stazza navighino a due miglia dai confini delle aree marine protette.
Per il Santuario dei Cetacei vengono previste norme ad hoc per le navi cargo che dovranno fissare i carichi per evitare la loro perdita in mare. Per i limiti nella Laguna di Venezia, verranno predisposte delle vie alternative.
Detto decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 56 (serie generale) del 7 marzo 2012, Rubrica "Decreti, Delibere e Ordinanze ministeriali" recante "Disposizioni generali per limitare o vietare il transito delle navi mercantili per la protezione di aree sensibili nel mare territoriale".


I Ministeri, in fin dei conti, non hanno fatto altro che applicare la convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare fatta a "Montego Bay" il 10 dicembre 1982, ratificata e resa esecutiva in Italia con la legge 2 dicembre 1994, n. 689.
Infatti gli articoli 21, 22 e 25 della predetta convenzione attribuiscono agli Stati costieri la facoltà di adottare nel loro mare territoriale misure per salvaguardare la sicurezza della navigazione, assicurare la conservazione delle risorse biologiche del mare, preservare l'ambiente marino e prevenire, ridurre e controllare i fenomeni d'inquinamento del mare e delle coste, ivi incluse misure sulle rotte.
E' stato applicato anche l'articolo 83 del codice della navigazione, come modificato dall'art. 5 della legge 7 marzo 2001, n. 51, che prevede la possibilità per il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di limitare o vietate il transito e la sosta di navi mercantili nel mare territoriale, per motivi di ordine pubblico, di sicurezza della navigazione e, di concerto con il Ministro dell'ambiente della tutela del territorio e del mare, per motivi di protezione dell'ambiente marino, determinando le zone alle quali il divieto si estende.
Nel decreto si è preso atto dei recenti incidenti della navigazione occorsi in prossimità di aree di grande valore eco sistemico ed ambientale e dalla significativa rilevanza socio-economica delle risorse ivi esistenti e, in quanto tali, soggette a particolari regimi di tutela.
E' stato anche considerato che le coste della penisola italiana ed i mari che la circondano sono particolarmente vulnerabili ai rischi del trasporto marittimo e della navigazione anche tenuto conto del lentissimo ricambio delle acque che caratterizza il bacino del Mediterraneo ed il rischio di grave inquinamento dell'ambiente marino collegato al trasporto marittimo che può derivare dalle sostanze pericolose e nocive trasportate dalle navi come carico o come propellente per i fini della stessa navigazione.


I due Ministeri hanno dunque considerata la necessità di proteggere in maniera particolare alcune zone marine e costiere attesa la particolarissima sensibilità e vulnerabilità ambientale, come la laguna di Venezia ove sono presenti ecosistemi continuamente posti a rischio anche tenuto conto dei rilevanti aumenti del traffico marittimo.
Nell'area marina protetta del Santuario dei Cetacei si dovranno adottare sistemi di ritenuta del carico delle navi che ne garantiscano la massima tenuta e stabilità in ogni condizione meteo marina, al fine di prevenire e impedire perdite accidentali dei carichi.
Nel Canale di San Marco e nel Canale della Giudecca viene vietata la navigazione delle navi adibite al trasporto di merci e passeggeri superiori a 40.000 tonnellate di stazza lorda.

L'ecologia profonda. Lineamenti per una nuova visione del mondo - di Guido Dalla Casa. In questo libro vengono distinti per chiarezza due tipi di ecologia:

Guido Dalla Casa Autore

Fonte Pianeta blu
http://pianetablu.blogfree.net/

L'ecologia profonda. Lineamenti per una nuova visione del mondo - di Guido Dalla Casa.
In questo libro vengono distinti per chiarezza due tipi di ecologia: Una “ecologia di superficie” che recepisce le idee correnti in materia, cioè la necessità di evitare gli inquinamenti e salvare “ad isole” gli ecosistemi e le specie animali e vegetali, in quanto utili all’uomo;- una “ecologia profonda” che intacca il concetto di progresso e le idee-guida della civiltà industriale, che hanno portato all’attuale modo di vivere e quindi alla distruzione del mondo naturale.Il problema della conservazione della natura e del mantenimento dei principi che regolano l’evoluzione e consentono il perdurare della vita sulla Terra è legato all’atteggiamento della cultura dominante, al pensiero di fondo della civiltà industriale, al suo inconscio collettivo. L’ecologia profonda è quell’approccio all’ecologia che affronta i problemi relativi alla protezione della Natura non solo dal punto di vista scientifico o tecnico, ma anche filosofico e culturale, ricavandone un quadro di riferimento in cui comunque si riconosceranno molti amanti della natura.Si tratta di un testo che certamente lascia un segno nel lettore e riesce ad affascinarlo con l’essenza dell’ecologia profonda, magari invogliandolo ad approfondire i temi specifici attingendo alla ricchissima bibliografia.Oltre al confronto iniziale fra i due tipi di ecologia, vengono passate in rapida rassegna alcune culture umane, attribuendo in gran parte le cause della grave situazione attuale al predominio di particolari correnti di pensiero nella cultura occidentale, che ha ormai invaso tutto il mondo.Inoltre, nel quadro di pensiero dell’ecologia profonda, vengono accennate alcune questioni filosofiche di fondo, come il libero arbitrio, l’evoluzione, la posizione della nostra specie in Natura, la fine delle certezze. Vi sono riportate anche le indagini aggiornate sui limiti dello sviluppo, oltre alle nuove acquisizioni e ai risultati della scienza nel campo della dinamica dei sistemi e dell’emergenza dei fenomeni mentali.
Notizia di Filippo Foti