Alla Scoperta delle Bellezze del Golfo di Napoli
Il golfo di Napoli è impreziosito da diverse isole che ne costituiscono le naturali propaggini, ideale proseguimento della linea della costa in corrispondenza dei due estremi di Sorrento e di Pozzuoli. Capri, Ischia e Procida sono celebri in tutto il mondo per le loro bellezze, i panorami suggestivi e le caratteristiche naturalistiche e culturali, uniche al mondo. Mentre Capri, a sud di Napoli, è uno sperone roccioso distaccatosi in epoca preistorica dalla vicinissima penisola sorrentina, Ischia e Procida devono entrambe la loro genesi all'intensa attività vulcanica dei Campi Flegrei, ad ovest della città. Nel golfo di Napoli si trovano poi altre località inVivara, psulari, sia pur di ridotte dimensioni, di cui alcune oggi collegate artificialmente alla terraferma. Si tratta di: iccolo costone vulcanico collegato a Procida da uno stretto ponticello; Nisida, celebre isolotto tufaceo oggi unito alla spiaggia di Coroglio (Bagnoli) e sede di strutture militari e carcerarie; San Martino, piccola isola vulcanica dalla storia movimentata, accessibile dalla terraferma di Baia mediante un cunicolo sotterraneo e su cui si trovano oggi diverse strutture turistiche; la Gaiola, poco più di uno scoglio, che si specchia nel mare di Posillipo e sormontata da una bianca villa signorile, appartenuta negli ultimi secoli a diverse celebrità. Le tre isole principali sono raggiungibili dal porto di Napoli (molo Beverello) con aliscafi e traghetti e dal molo di Mergellina con aliscafi; per raggiungere Ischia e Procida può invece essere conveniente imbarcarsi nel porto di Pozzuoli. Celeberrima in tutto il mondo, l'isola di Capri è uno scoglio calcareo che si specchia nelle acque antistanti la Punta Campanella, estremità del golfo di Napoli nei pressi di Sorrento. In età paleolitica, l'isola era in realtà collegata alla penisola sorrentina, da cui si distaccò nelle epoche successive per via di movimenti della crosta terrestre; oggi dista circa 5 km dalla terraferma. La natura calcarea dell'isola si evidenzia nelle scoscese pareti dolomitiche, nelle numerose e suggestive cavità naturali e nelle cuspidi dei Faraglioni, che ne costituiscono un'appendice. L'area era abitata già in età paleolitica, ed è certa una presenza greca sull'isola, pur essendone difficile la collocazione temporale. In epoca romana, l'isola fu particolarmente gradita ad Augusto e soprattutto all'imperatore Tiberio, che vi si stabilì nel 26 a.C. e da qui governò l'impero romano per oltre dieci anni, fino alla morte. In questo periodo, egli fece edificare numerose ville sull'isola, delle quali Villa Jovis è quella meglio conservata, e che domina dall'alto il golfo di Napoli. Dopo la morte di Tiberio, l'isola perse parte del suo splendore, e le sue vicende si legarono a quelle della città di Napoli. Incursioni barbariche e terremoti contribuirono ad un lento declino; successivamente, si successero sull'isola longobardi, normanni, aragonesi, angioini e spagnoli, mentre dal XVIII secolo l'isola fu contesa da inglesi, francesi e spagnoli per l'importante posizione strategica. Dall'Ottocento l'isola cominciò ad essere frequentata da intellettuali e artisti, che la elessero spesso a propria residenza, per divenire ai nostri giorni una importantissima meta turistica. L'isola, suddivisa nei due comuni di Capri e Anacapri, racchiude nel suo pur limitato territorio testimonianze della sua illustre storia, paesaggi da cartolina e luoghi tra i più apprezzati dal turismo internazionale e dalla mondanità. La principale risorsa dell'isola è oggi appunto il turismo, che si basa sia sulle ricchezze storico-paesaggistiche che sulle ottime strutture balneari. Tra le più visitate mete turistiche dell'isola vi sono i Faraglioni e la Grotta Azzurra, l'Arco Naturale, la spiaggia di Marina Piccola e la trecentesca Certosa di San Giacomo; le aree archeologiche dell'acropoli greca (IV-V secolo a.C.), dei Bagni di Tiberio e di Villa Jovis rappresentano invece le vestigia del lontano passato greco-romano. Giungendo a Capri, dal porto di Marina Grande si raggiunge in funicolare la famosa "piazzetta", frequentata abitualmente da celebrità italiane e internazionali, con i tavolini dei raffinati bar e i negozietti delle stradine circostanti, strette e tortuose. Su una altura non distante, esattamente di fronte alla penisola sorrentina, si trovano le rovine di Villa Jovis, splendido esempio di villa romana dell'età imperiale. Un altro itinerario porta invece da Capri al belvedere di Tragara, da cui si ha una vista suggestiva dei vicini Faraglioni e della famosa spiaggia di Marina Piccola.
Anacapri sorge invece sul monte Solaro (altezza massima 589 m.), raggiungibile mediante seggiovia o un sentiero; da qui si può godere di bellissime prospettive panoramiche sull'isola, su Sorrento e sul golfo. Da Anacapri si può raggiungere la Grotta Azzurra, famosa per i riflessi della luce osservabili al suo interno, e dove si trovano anche rovine romane, risalenti ad un'epoca in cui la cavità non era invasa dalle acque. Ischia, con i suoi sei comuni, è di gran lunga la più grande delle isole del golfo; un tempo collegata alla terraferma, presenta di fatto caratteristiche morfologiche e vulcaniche analoghe a quelle degli adiacenti Campi Flegrei. Detta "Isola Verde" per l'abbondante vegetazione, favorita dalla fertilità del suolo e dal clima sempre mite, Ischia è dominata dal monte Epomeo, un vulcano spento, e costellata da numerosi crateri minori, attivi in età preistorica. Dell'antica origine vulcanica rimangono oggi tracce nelle numerose sorgenti termali e fumarole, presenti presso le coste e sul fondo marino. Proprio la forte presenza termale, insieme alla vocazione balneare, ne hanno favorito il forte sviluppo turistico, facendone una sorta di capitale del benessere del Mediterraneo. Storicamente, l'isola fu una delle prime località d'Italia occupate da coloni greci: l'antica Pithecusae fiorì a lungo, indipendente, fino all'eruzione del 500 a.C., che costrinse alla fuga i coloni originari, e portò l'isola nella sfera d'influenza di Neapolis. Da allora, come colonia di Neapolis, Ischia ne assorbì i culti (in primis quello di Apollo), i costumi e la cultura.
Il comune con il maggior movimento turistico è quello di Ischia Porto (o semplicemente Ischia), dove si trovano i principali alberghi e numerosi negozi e locali tipici. Dal porto, originato da un laghetto formatosi all'interno di un cratere, si sviluppa un litorale sabbioso lungo 3 km, che conduce ad Ischia Ponte: è questo un piccolo borgo di pescatori, caratterizzato dall'isolotto del Castello Aragonese, raggiungibile appunto attraverso un ponte. Il castello, di epoca medievale, è il simbolo delle lotte condotte dagli abitanti dell'isola per fronteggiare i furiosi attacchi saraceni. Spostandocisi lungo la costa in senso antiorario, si giunge al comune di Casamicciola, frequentatissimo centro di soggiorno, balneare e termale; da qui partono sentieri che conducono al colle della Sentinella, dove ha sede l'osservatorio astronomico, e alla vetta dell'Epomeo, da cui si può ammirare un panorama magnifico della costa tirrenica. Lacco Ameno è un'elegante stazione balneare e termale che sorge ai piedi del monte Epomeo, ed è caratterizzata dal cosiddetto "fungo", un singolare isolotto roccioso eroso dall'acqua. Forio d'Ischia è una caratteristica borgata adagiata su un promontorio della costa occidentale dell'isola; sul paese svetta un torrione cilindrico, utilizzato come vedetta per difendersi dagli attacchi saraceni nel medioev. Sulla punta del promontorio si trova il Santuario del Soccorso, e da qui si può godere di una suggestiva vista del golfo di Gaeta; oltre Forio, un sentiero conduce alla spiaggia di Citara, alla Punta Imperatore e alle fumarole del villaggio di Cuotto. Sant'Angelo d'Ischia è invece un incantevole borgo costituito da case di pescatori addossate a un pendio, e caratterizzato da un istmo di terra che conduce a un promontorio roccioso; nei pressi, la Spiaggia dei Maronti vede la presenza di fumarole e acque termali che sgorgano dalla roccia. Alle falde meridionali dell'Epomeo, infine, sorge tra colline e pendii il borgo di Serrara Fontana (ad un'altitudine di 452 metri), contorniato da altri villaggi tra cui Barano d'Ischia, da cui si gode un'ottima vista dei Campi Flegrei. Procida è la più piccola, la più selvaggia e la meno contaminata delle tre isole, pur essendo separata dalla terraferma da uno strettissimo canale; di origine vulcanica come Ischia, conserva traccia degli antichi crateri in diverse insenature della sua costa. Ciò che resta di un antico cratere è l'isolotto di Vivara, su cui sono state trovate tracce di insediamenti umani antichissimi, risalenti al neolitico. Insediamenti micenei e testimonianze di epoca romana evidenziano la comunanza con le vicende delle isole di Capri e Ischia. Nel passato più recente, vanno ricordate le frequenti invasioni saracene e, all'incirca dal 1000 d.C., la fioritura di insediamenti religiosi a seguito dell'avvento dei benedettini. Giungendo a Procida in traghetto o aliscafo, il primo impatto con l'isola è dato dalle caratteristiche case dei pescatori, variamente colorate per essere riconoscibili anche dal mare. La zona del porto è densamente popolata, e ricca di negozietti e trattorie. Percorrendo la via Roma, si raggiunte Punta Lingua, dove si può assistere alla maestosità della Terra Murata, che forma una muraglia di origine naturale. In questa zona si trovano l'Abazia di S.Michele Arcangelo, edificata dai Benedettini nell'XI secolo, che ospita importanti opere d'arte, e il Palazzo d'Avalos, dal passato illustre ma in seguito adibito a carcere, fino a pochi decenni or sono. Oltre la Punta Lingua, si apre il porto naturale della Corricella, tuttora sede di un'intensa attività di pescatori; più oltre, un'altra insenatura ospita la via Panoramica, da dove si possono ammirare splendide vedute di Napoli e godersi rilassanti passeggiate a contatto con la natura.
In posizione diametralmente opposta al porto si trova la spiaggia della Chiaiolella, la più frequentata dell'isola, che segue il profilo di un vulcano spento e si affaccia sull'isola d'Ischia. Su un versante della spiaggia, una selvaggia collinetta costituisce la via d'accesso all'isolotto di Vivara, collegato alla terraferma da uno stretto ponticello. L'area, costone di un vulcano spento, secoli addietro riserva di caccia di Carlo III di Borbone, è oggi un parco naturale e archeologico, visitabile previo appuntamento con guide autorizzate.
0 commenti: