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Recensione sui Partecipanti alla Mostra di Torino di Guido Folco


 MUSEO DI SCIENZE NATURALI
  
TORINO-CHICAGO 

  di GUIDO FOLCO

Un progetto ambizioso e pluriennale, reso possibile grazie all’impegno di Sergio Gomez, curatore della 33Contemporary Gallery e del Zhou Brothers Art Center, dell’artista italiana Brigitta Rossetti, inserita da tempo tra gli autori dell’importante Istituzione americana e, naturalmente, di “Italia Arte”, che da anni opera a livello nazionale e internazionale ai massimi livelli interagendo con Musei, Fondazioni, Istituti Italiani di Cultura nel mondo. “Art Energy Future” si sviluppa in tre sezioni, quella degli artisti americani, quella degli italiani e le due personali di Brigitta Rossetti e Sergio Gomez, da sempre impegnati nell’indagine approfondita di tematiche legate all’uomo, alla natura, alla psiche, tra rimandi letterari, poetici e un intimismo rarefatto e intenso. Ad affiancare autori significativi contemporanei italiani e statunitensi, anche opere provenienti da collezioni private di maestri italiani ormai storici del panorama nazionale e internazionale, tra cui i lavori di massimi esponenti dell’Arte Povera, come Giorgio Griffa e Piero Gilardi, di cui vengono presentate una essenziale tecnica mista su cartoncino degli anni Novanta e uno dei famosissimi “Tappeti Natura”, presenti in numerosi musei di tutto il mondo, tra cui il Moma di New York.

Si sono scelti inoltre un’opera significativa dell’Espressionismo astratto, firmata Emilio Scanavino, una “Montagna” degli anni Ottanta, un esempio tipicissimo dello Spazialismo di Roberto Crippa, realizzato con plastiche e corteccia di sughero, del 1962, lo “Svaso” di Ugo Nespolo e Roberto Talaia, della doBEdo Italian Innovation, oltre a un dipinto molto rappresentativo della pittura libera e dinamica di Luigi Spazzapan, datato anni Trenta, considerato tra i più importanti astrattisti del Novecento. Molto interessante la sezione americana, eterogenea e di qualità, che presenta opere di Terry Adams, fotografa raffinata e visionaria, Tanya Gadbaw, attenta alle problematiche dell’ambiente e dai cromatismi accesi, Timothy Hurley,  dall’impostazione razionale e geometrizzante,  Joe B.
Milosevich, che realizza un feticcio totemico, Steve Sherrell, surreale e metafisico, Harry Sudman, che realizza un trittico elegante ed essenziale nel gioco delle linee, e ancora il lavoro digitale di Jennifer Cartolano-Moore, le opere ad olio figurative di Eddwin Meyers, Cesar Conde, Jennifer Cronin, Carla Carr, Dena Cavazos, Alice McMahon, Christine Simpson Forni. Altri lavori molto suggestivi sono le astrazioni di Janice F. Meister, Mary Bookwalter, Michael Wasniowski, Carol Weber, Cheng-Yung Kuo, Sijia Chen, Nicholas DePeder, Lou Shields, Pedro Palacios, Mark Zlotkowski, Alberto Paniaya, Maribeth Coffey-Sears-Mark Hereld,  Javier Chavira, Sergio Gomez, Mario Gonzalez Jr., Michael Ruback, Injung Oh Zhoushi, Petronilla Hohenwarter, Christine Simpson Forni. Il pianeta sostenuto dalle braccia dei popoli è la scultura bronzea dell’italo-argentina  Adriana Isabel Acquisto; le nuvole barocche di Giulio Agostino sono lavorate nella materia e spirano lievi e libere tra cielo e terra. Silvio Amelio presenta un altorilievo in bronzo dedicato ai 150 Anni dell’Unità d’Italia, mentre  Giovanna Amoroso, Michelangelo Merisi e Istvan Zimmermann hanno elaborato una Medusa realistica e inquietante in gomma siliconica al platino ed elementi naturali. Il linguaggio di Liliana Barberis è sempre legato all’uomo e allo spirito, ad una visione introspettiva dell’Essere.
Carlo Bellomonte crea spazio con le forme di una scultura che è come un passaggio tra la materia eil vuoto. Roberto Bergonzo utilizza foglia d’oro e d’argento per ricreare armonia tra gli opposti, tra Uomo e Donna, anima e corpo.

Patrizia Bonazelli lavora sulla seta e sul simbolo del mito con il suo “Uroboro”, metafora dell’eterno rinnovamento della vita e del ciclo naturale. NatHalie Braun Barends lavora sulla luce e sui materiali per creare installazioni sorprendenti.
Silvia Cantòn dedica al Salice Venier un dipinto tra figurazione e astrazione. Atmosfere e tonalità soffuse per l’opera di Maria Luisa Caputo, una “Via delle spezie” intrigante e misteriosa, mentre Costantino Castellotti lavora sui materiali naturali come la carta e il cartone, creando sovrapposizioni tridimensionali. Gianfranco Casu è un pittore del colore e dello spirito e i suoi paesaggi altro non sono che proiezioni delle emozioni e dei ricordi. Rossana Chiappori elabora un linguaggio geometrizzante e formale, in cui il paesaggio diventa espressione del sogno. Giuseppe Ciccia parla il linguaggio astratto e informale del gesto pittorico colmo di potenza espressiva e passionale.
Gabriela Costache esprime con un gioco chiaroscurale di tonalità e con un segno inciso la inquietante personalità del soggetto. Lorenzo Curioni simboleggia i nostri tempi con un paesaggio urbano grigio e incombente, ritmato nella declinazione dello spazio.

Renzo Curvo si affida alla figura, alla pittura classica e al mito. Fabio D’Antoni presenta la sua pittura iperrealista e un po’ fantasy in “Fly”, mentre per l’omaggio alla natura riserva un dipinto atmosferico immortalando un paesaggio africano. Gabriella de Filippis sperimenta sui materiali e sul collage, creando una città con fogli di giornali applicati su lastra. Josuè Marcio de Oliveira è un creatore di gioielli, designer, stilista e la sua interpretazione della natura è racchiusa nelle pietre preziose. E’ inimitabile la pittura di Vincenzo Del Duca, realizzata con tante pennellate accostate a creare vortici cromatici e dinamici. La Fiber Art di Simona Denini crea un intarsio di colori per dare vita a animali, forme, presenze giocose e gioiose. Regina Di Attanasio è perfettamente in tema con la mostra e dedica all’ambiente e alle piogge acide una tela subdolamente allegra e cromatica. Riccardo Di Lillo presenta uno dei suoi lavori in blu assolutamente unico nel suo gesto istintivo. Domenico Doglio ha una visione sospesa e metafisica della realtà, immagini statiche che però lasciano il senso del movimento. L’interpretazione del paesaggio di Alma Fassio è moderna, fresca, originale, come se l’artista osservasse il mondo attraverso un prisma di colori e di luci. Paola Ferraris crea un mondo di  atmosfere soffuse, con una pittura fluida e minuziosa, in cui il tonalismo e la luce dilatano gli spazi. Giulia Ferrera ha una poetica intrisa di emotività e inquietudine e la sua pittura riflette nel gioco dei chiaroscuri i contrasti dell’anima. Giulia Ferretti si diverte con un cromatismo acceso, un disegno geometrico e volutamente iconico e contemporaneo.

Maria Pia Fransos ottiene dalla difficile tecnica dell’acquerello tutte le possibili sfumature stilistiche, dalla levità candida delle trasparenze alla robustezza cromatica di alcuni dettagli. Anna Galanga, con il suo stile un po’ liberty e romantico, scandito da tonalità pastello, presenta un lavoro dall’esito pittorico raffinato. I fiori di Francesca Ghizzardi sono presenze monumentali, quasi incombenti nella loro struttura pittorica densa di colore, scavato e spatolato, dinamico ed espressivo. Roberto Giacco pensa al dettaglio e al tutto, minuziosamente attento a formare zone di ombre e di luce. Gianni Gianasso ha una pittura densa di materia e rende tridimensionale il soggetto con un movimento dinamico e circolare della pennellata. Divertente e azzeccato il pensiero di Giorgio Gost di rendere arte il quotidiano e il lavoro utilizzando un impatto cromatico deciso e una composizione geometrica e razionale dello spazio pittorico.
Ozan Emre Han ha colto dalla giungla foglie ed erba, creando un totem contemporaneo dal gusto provocatorio e fantastico. Pittura e parola si fondono all’unisono nell’opera di Maurilio Iembo, intensa come una lettera d’amore. Giuseppe La Bruna modella la materia con lo spirito del poeta, che sogna forme e universi nuovi, figure ancestrali che in fondo ci assomigliano nella loro universale irrequietezza. Sono delle scatole luminose, quelle realizzate da Maria Ausiliatrice Laterza, ma in realtà sono mondi che abitiamo ogni giorno, tra problemi, disfatte, speranze che la luce, creatrice, cerca di dissipare o di evidenziare. Michele Macchia forma collage con ritagli di giornali, riviste, quotidiani, scegliendo immagini simbolo della nostra società. Il “Sogno” di Giovanna Magaddino Monaco è quello della bellezza, della naturalezza, della vitalità, dell’armonia.

Nell’arte di  Enrico Magnani la razionalità si sposa col simbolo, perchè il significato sempre è racchiuso in un alfabeto universale che affonda le sue radici nella storia dell’uomo. Gli alfabeti antichi, la scrittura, la simbologia primordiale e atavica rendono ogni lavoro di Bruno Malatesta uno specchio dell’anima del mondo. Si chiama “Primitif” la fusione in acciaio di Gabriele Maquignaz, lavorata nella materia come fosse crosta terrestre in eruzione, energia pura al cospetto dell’Universo. Bruno Molinaro è un colorista elegante, che utilizza la tavolozza nelle infinite sfumature necessarie a cogliere dal vero l’emozione delle stagioni della natura. Giovannino Montanari prende spunto dal reale per rendere irreale l’esistenza. Manuella Muerner Marioni fa brillare l’arte in uno sfavillìo di cristalli e pezzi di vetro, assemblati con gusto e stileunici, mondi astratti, solo a volte figurali. MVMarcus ha un’idea dell’arte che nasce dalla terra, dal lavoro, dall’utilizzo di materiali naturali per creare mondi illusori. Ofer Mizrachi presenta una pittura rarefatta, tonale, in cui i contorni lasciano spazio alla fantasia dell’immaginazione. Si mostra, si cela: la donna di Caterina Pecoraro emerge pudìca dietro l’obbiettivo fotografico, in una visione sensuale e intimista della figura femminile.

Adriana Pellegro racconta la Terra con i quattro elementi, aria, acqua, terra e fuoco, da cui nasce e in cui si forma anche la sua arte, la ceramica raku. Le atmosfere sospese, silenti, metafisiche di Luigi Pizzimenti si riflettono sulla superficie specchiante della materia pittorica, in un muto dialogo tra artista e spettatore. Marina Profumo ironizza amaramente sulla caduta dei valori contemporanei, sulla distruzione degli ideali imperanti, con una tecnica scultorea che affida a  materiali manipolati, verniciati, stampati, assemblati il compito di ricreare la realtà di un mondo calpestato. Si dice che l’arte rispecchi l’anima dell’autore e nulla è più vero che per i dipinti di Claudio Rabino, pensosamente intimisti nell’ammirazione della natura e cromaticamente frementi nell’elaborazione pittorica. Julia Ji Sook Rho è delicatamente orientale nelle atmosfere dei suoi dipinti, declinati in rosa, azzurri, verdi, quasi a proteggere gli animali che raffigura in un eterno Eden salvifico. Il dipinto di Elena Ritorto richiama l’emozione del ricordo e del pensiero, con l’energia del colore e di una pennellata autorevole che nella declinazione della luce assapora la poesia di un effimero istante. Pietro Rossi dipinge uno stormo di passioni, una metafora del cielo e della libertà e lo fa con il suo stile rapido e indipendente, essenziale e lirico.  Serena Rossi ridona esistenza a tronchi spezzati, dilaniati dal fulmine o dal tempo, con pochi tratti di colore. Nella pittura di Sarkos lo spirito assume l’immagine del cielo o della montagna, metafore dell’elevazione interiore ricercata dall’Uomo. Irene Sarzì Amadè è stilista e ricercatrice di mondi e il suo “Tecno” rappresenta la raffigurazione della donna di oggi, tra schede di computer, plastiche, accessori ‘sostenibili’.

Nel cuore di Cinzia Sauli si trovano parole d’amore e di dolore, che grondano sangue e illusioni. La vita è colore, “Macchie di vita”, appunto, come recita il titolo dell’opera di Silvia Scandariato: una pittura istintiva, emozionale,sensibile agli stati d’animo. “Un paese ci vuole”, per andare lontano, per scappare, ma soprattutto per poterci ritornare: Cesare Pavese ispira l’opera di Maria Adelaide Scavino, ‘Vinasco’, in cui il colore diventa rintocco di campane, i volti specchio dei nostri giorni. Giovanna Serafini dipinge un’anima fluttuante nell’inconsistenza materica dello spirito.
Grazia Seregni presenta un dipinto e una fotografia, accomunati dall’osservazione del reale e della natura, osservata con appassionato interesse. Alberi e fronde, luce e ombre nel dipinto di Nicoletta Spinelli, che diventa astrazione pura dal reale per incontrare lo spirito del Creato. Salvatore Tedde dipinge con la passione per la vita e per l’amore, utilizzando una tavolozza robusta e vibrante di cromatismi accesi. Maurizio Toja ci restituisce una natura immaginata o forse amata e apparentemente lontana: si perdono i contorni, rimane il ricordo di una natura pura. Flavia Vallarin inserisce cristalli e minerali sulle sue tele, in un sapiente gioco di materia e luce, colore e forme, dilatando lo spazio compositivo e rendendo il lavoro espressione della propria interiorità. Fiorella Vandi immagina un bosco e un albero, appena distante, spettatore muto: è come un uomo che osserva la natura, sperando di esservi   partecipe in una metamorfosi di spirito e corpo. Stefano Veronesi presenta un’installazione in cui il fuoco è elemento purificatore e vivificante.