Filicudi..la quiete dopo la tempesta!
Filicudi e’ senza dubbio la piu’ magnetica delle isole eolie; forse perche’ e’ la piu’ antica dell’arcipelago, essendo nata 600.000 anni fa grazie alle eruzioni vulcaniche delle sue 7 bocche. O forse per la sua forma di tartaruga o di donna incinta che riposa sulle acque. Oggi Filicudi e’ un paradiso selvaggio, di mare cristallino, cespugli profumati di assenzio e piante di capperi in fiore. Non e’ raro vedere a pochi metri dalla costa delfini e tartarughe marine, sullo sfondo mozzafiato delle altre sei isole. Nelle notti senza luna, sotto un manto stellato, si può scorgere il rosso intenso della colata lavica di Stromboli. Il dolce incedere della vita di Filicudi fa rapidamente dimenticare lo stress della città. Si sbarca al piccolo porto e si può subito fare il bagno, tanto l’acqua e’ trasparente; o gustare una granita di gelso tipica dell’isola. Un gozzo e’ l’ideale per andare alla scoperta delle coste, tra antiche sciare, faraglioni in mezzo al mare e suggestive grotte marine. La piu’ bella, la Grotta del Bue Marino, fino a poco tempo fa ospitava una colonia di foche monache. Qui il mare e’ sovrano, anche per chi non vuole affittare un gozzo. Oltre alle spiagge del Porto e di Pecorini, ci sono le Punte, antiche colate laviche raffreddate dall’acqua, ora dolci e levigate, ora aspre e spettacolari. Gli amanti dello snorkeling, invece, non possono perdere una nuotata al faro, dalla parte disabitata dell’isola. Qui e’ possibile vedere fondali di ricci purpurei, pesci, polipi e stelle marine. E per chi pratica diving, ci sono due luoghi culto: la secca al largo di Capo Graziano, dove giacciono, 45 metri sotto il livello del mare, numerosi relitti affondati nel corso dei secoli, da galeoni spagnoli a galere romane; e l’amplia grotta marina, davanti alla vecchia cava delle macine in pietra, dove si riproducono i gamberetti rossi tipici dell’arcipelago (40 metri slm). Le pareti di questa grotta, grazie alle uova blu elettrico dei gamberetti, assumono colori sgargianti. Per chi invece preferisce restare sopra il livello del mare, un tuffo alla Canna con il gozzo e’ obbligatorio. Per gli amanti delle passeggiate Filicudi e’ un piccola perla. Offre piu’ di 70 chilometri di antiche mulattiere. Il paesaggio dell’isola, a uno sguardo più attento, svela un’antica e intensa attività agricola. La terra e’ interamente ricoperta di terrazzamenti, oggi appena visibili. Fino agli anni ’30 Filicudi era coltivata a vigne, orzo, grano, segale e ulivi. Dopo le ondate di emigrazione, che hanno ridotto la popolazione a un pugno di abitanti (circa 200), la natura ha ripreso possesso degli ampezzamenti, lasciando pero’ intatti i sentieri un tempo usati dai muli (che per questo si chiamano mulattiere). Le mete piu’ belle sono senz’altro la sommità della Montagnola di Capo Graziano, che ha ospitato un insediamento neolitico; Zucco Grande, un’antica contrada abbandonata; la sorgente di acqua dolce e Fossa Felci, il punto più alto dell’isola (774 metri), da dove e’ possibile ammirare in un solo sguardo alba, tramonto e le sei perle del Mediterraneo. Tra le passeggiate più facili e al tempo stesso più eclatanti, c’è il Belvedere, dove il sole tramonta dietro il faraglione della Canna, incendiando in controluce il mare, il cielo e il cono di Alicudi. Difficilmente lo dimenticherete. Dopo il tramonto si puo’ andare alla scoperta del fiabesco borgo di pesatori di Pecorini Mare, dove potrete mangiare una deliziosa pasta alle mandorle, sulla Terrazza in riva al mare della Sirena, o deliziarvi con il miglior crudo di pesce della Sicilia, allo Yatching Club dello storico Carlo Levy. Un ottimo posto anche per gli amanti della musica e dei mojito fatti ad arte. Un alternativa per l’aperitivo e’ il pittoresco Saloon di Pecorini, occasione ideale per incontrare la vita semplice e spontanea dell’isola. Questo luogo storico conserva ancora intatta l’energia del suo fondatore, il leggendario Triolo, memoria storica di Filicudi. Secondo le voci locali era l’unico depositario degli antichi segreti sciamanici del mare. Grazie a una danza particolare si dice potesse spezzare le minacciose trombe d’aria che battevano fuoriose sulle coste. C’è chi giura di averlo visto, altri dicono che sono solo storie, ma a noi piace ricordarlo cosi’.
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