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Il Museo Scaligero di Torri del Benaco

2/10/2012 Rosaria Magnisi 0 Comments




IL CASTELLO SCALIGERO

IL MUSEO DEL CASTELLO

TORRI DEL BENACO

Visita al Museo del Castello Scaligero di Torri del Benaco.


La zona del pozzo
Appena varcato il cancello d'ingresso, la nostra attenzione è attirata da un pozzo con una vera in marmo giallo locale. La torre che sovrasta l'ingresso è il mastio, un tempo ben più alto, con la parte superiore aggettante e collegato al resto della fortificazione grazie ad un ponte levatoio: esso costituiva l'estrema difesa in caso di assedio. L'abitazione attigua al mastio è quella che ora ospita le sale del museo. Il piccolo edificio adibito a biglietteria era una lavanderia


La sala dei calafati
I calafati erano artigiani dediti alla costruzione e riparazione delle barche da pesca, le caratteristiche bisse o gondole piane, e dei grossi barconi da trasporto. Centri rinomati per tale attività erano Torri e Castelletto, i cui calafati erano specializzati nella costruzione delle barche, mentre a Riva, a Desenzano e a Malcesine venivano preferibilmente allestiti i barconi. Quando si costruiva un'imbarcazione, gran parte del lavoro si svolgeva all'aperto


La sala dell'oliva e il torchio
La sala dell’oliva e il torchio. Fino all'avvento del turismo, lo coltura dell'olivo è stata assieme alla pesca la principale attività economica dell' Alto Garda e, pur se in misura minore rispetto al passato, viene ancora praticata, favorita dal fatto che la raccolta, da ottobre a febbraio, coincide con il periodo di minor afflusso turistico. In primavera, con il ricorso a vanga e piccone il terreno attorno alla pianta è sarchiato per permettere una migliore concimazione, quindi si sparge il letame


La sala della pesca
La sala che stiamo per visitare è la prima sorta in Italia dedicata alla pesca delle acque interne ed è articolata in varie sezioni. In alto, appena entrati, vediamo spiegato uno sparavér - il giacchio - una rete «da lancio» non più in uso do parecchi decenni. Sulla destra, poi, troviamo la sezione riguardante la pesco dei salmonidi (carpioni e lavarelli). Lungo la parete scendono delle reti di cotone e di nylon, i volantini. Questi, ancora adesso vengono abbandonati alle correnti


La serra dei limoni
Secondo la tradizione gli agrumi furono introdotti sul Garda nel sec. XIV ad opera dei frati francescani. Le prime limonàre sorsero sulla sponda bresciana, per lo più nei territori di Gargnano e di Limone, ma non mancavano neppure sulla costa veronese, dove il centro principale di questa coltura era Torri. Il Garda, con i suoi 46° di latitudine nord, rappresentò in passato la zona più settentrionale al mondo in cui si coltivavano gli agrumi a scopo commerciale.


La sala degli "Antichi Originari"
La corporazione di pescatori degli Antichi Originari affonda le sue origini nel medioevo, iniziando lo sua storia il 16 settembre del 1452, quando i pescatori di Garda, Torri e Sirmione acquistarono dai nobili Becelli di Costermano lo cosiddetta «Peschiera di S. Vigilio» con il pescosissimo Pal del Vò, una secca della catena montuosa subacquea che si allunga dalla penisola di S. Vigilio a quella di Sirmione. Perfezionata la transazione, le tre Comunità si divisero la «Peschiera» in parti uguali


La sala del plastico
Il centro della sala è occupato dal plastico del paese di Torri, come si presentava fino agli inizi del' 900, desunto da mappe veneziane del sec. XVIII e dal catasto austriaco del secolo successivo. Tozze e basse mura, di epoca alto medioevale, circondavano tutto l'abitato, tranne che verso il lago, mentre il fossato era in parte occupato dalle acque dei torrenti che scendono dalla collina. Dalla porta orientale partiva una strada che portava ad Albisano, a Pai .


La sala delle incisioni rupestri
Le incisioni rupestri del lago di Garda vennero segnalate per la prima volta nel 1964 dal prof. Mario Pasotti. Da allora ne furono scoperte un po' dappertutto, da Garda a Malcesine, ma la zona finora con la più alta concentrazione di graffiti è senz'altro quella di Torri. Fino ad ora sono state catalogate più di 250 rocce incise e almeno 3.000 raffigurazioni. Tale complesso di arte rupestre, reso possibile dalla presenza dei liscioni, le rocce modellate dai ghiacciai, per importanza è collocato .



Il panorama dai camminamenti
Saliti ai camminamenti, proseguiamo verso il mastio, un tempo comunicante con il resto della fortificazione tramite un ponte levatoio di legno, ora grazie ad uno fisso in muratura. Ci affacciamo verso l'interno della torre e, in basso, notiamo la botola per la quale venivano fatti precipitare i condannati a morire sulle lame della sottostante « camera della morte », ora però priva dei suoi antichi strumenti di tortura. Quindi, ritorniamo alla scala d'accesso e saliamo sul terrazzino Castello Scaligero di Torri del Benaco - Museo del Castello

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