Perché l' Ungheria spaventa l'Italia: il nuovo Incubo delle nostre Banche
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www.firstonline.info/
Budapest rischia di essere il prossimo fuoco della crisi del debito europea - L'Italia è il terzo paese più esposto al debito ungherese e Unicredit e Intesa sono istituti di primaria importanza nel Paese - La nuova costituzione anti-liberale di Orban non sembra giovare alla situazione economica dell'Ungheria.
Dopo la Grecia, l'Irlanda e l'Italia è arrivato il momento dell'Ungheria? Sono molti i dati economici che fanno pensare che il vortice della crisi del debito si stia spostando verso il Paese dell'Est Europa. La crescita è sempre più debole (nel 2012 il Pil aumenterà dell'1,7% e il deficit continuerà a superare il 3% richiesto dall'Ue); i rendimenti dei titoli di stato a 10 anni superavano il 10% - ieri il Tesoro ha collocato i corrispettivi Btp decennali al 9,38%; le agenzie di rating hanno declassato a "junk" il debito pubblico, all'82% del Pil .
Il settore bancario è in crisi e spaventa l'Italia che, dopo l'Austria e la Germania, è il terzo paese più esposto ai capitali delle banche ungheresi, per 23 miliardi di euro. Infatti Unicredit e Intesa Sanpaolo sono rispettivamente la settima e la quinta banca del Paese. Inoltre ieri sera l'agenzia americana Fitch ha dichiarato di aver tagliato di un notch il rating della controllata di Intesa, Cib Bank, a "BBB", con outlook negativo.
Infine c'è il grande fardello del fiorino che continua a deprezzarsi. La scorsa settimana ha raggiunto il minimo storico contro l'euro a 324. Ma è soprattutto la forbice con il franco svizzero che pesa sui conti magiari: infatti oltre il 60% del debito pubblico e circa il 40% dei mutui delle famiglie sono denominati nella valuta elvetica. Se il fiorino continuerà a svalutarsi il debito del Paese rischia di lievitare oltre i limiti della sostenibilità.
Questa mattina riprendono a Budapest i negoziati del governo di Viktor Orban con il Fondo monetario internazionale (Fmi) e la Banca centrale europea (Bce). Il Paese magiaro ha chiesto un prestito da 20 miliardi di euro per evitare la bancarotta. Il destino dell'Ungheria dipenderà in gran parte dalla decisione di concedere o meno il pacchetto di salvataggio. Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha posto il rispetto delle normative europee da parte dell'Ungheria come requisito per concedere i fondi e Orban si è detto disposto a cedere su alcuni punti della nuova (poco liberale) costituzione. Nello specifico questa mattina il premier ha dichiarato di essere d'accordo a modificare alcuni punti della normativa sulla Banca centrale che secondo l'Europa mina l'autonomia dell'istituto.
Riusciranno l'Europa e il Fondo monetario a imporre un cambiamento di rotta nella politica ungherese? Orban cadrà in favore di una tecnocrazia di economisti, sulla scia di Papandreou e Berlusconi? La risposta dipenderà ancora una volta dal mercato e da quanto la spirale speculativa si avvolgerà sul debito sovrano dell'Ungheria.
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