Uomini
disdegnandola
come fosse donna di celluloide
alla quale spalmate
il vostro furore
sulle piccole spalle d'avorio
che la corsa del tempo
ha rammendato di toppe.
I fogli sgualciti
stracciati dai mille giornali
che la gente ha arrossato
sotto il violento vostro passo
diventano di fango.
La vostra bramosia
è solo la cupidigia
della morbida armonia
di un corpo acceso dagli ibridi occhi.
Le molle stritolano le sature membra
e rimanete soli, indifesi, braccati
dalla nostalgia dei semi non raccolti.
I vostri ululati
non pavidi nelle frenetiche bolge
si allargano in allergici gemiti
e i movimenti
hanno paura della morte.
Rosaria Magnisi
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