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Whitney Houston vive nella luce del suo profondo amore: la Musica!

3/24/2012 Rosaria Magnisi 0 Comments

Whitney Houston ci piace ricordarla a riflettori spenti!...
Whitney Houston riposa nella pace che non ha mai potuto realizzare... 


"Whitney Houston riposa nella pace che non ha mai potuto realizzare nella sua vita accanto ad una "luce eterna", quella che gli sarà accanto dove riposa, ed alla luce eterna di chi l'ha amata e la continua ad amare." E' questo l'inizio del post del bravissimo Filippo Foti nel suo blog. Queste parole mi hanno emozionata e commossa.! Io ero e sono innamorata di lei e della sua voce. La sua energia è diffusa nell'aria dalla sua luce. Questo vuol dire che Whitney adesso è.. finalmente felice! 

E poi continua.. 

Il suicidio lento è il termine che spesso si usa per descrivere quegli individui che sono incredibilmente infelici nella propria vita, nella propria pelle, e fanno di tutto per distruggere quella vita, a distruggere quella pelle. Qualunque sia la razza o cultura di quella persona è irrilevante, non importa se sono famosi e ricchi, o sconosciuti e poveri. Ciò che conta è la fonte del loro dolore, e le modalità che hanno scelto di affrontare quel dolore. Oppure no.

Mi sono spesso chiesto se Whitney Houston è stata mai felice - come cantante, come figlia, come moglie, come madre. Lei adesso non c'è più. La sua morte? Una scena triste che ci ha fatto sobbalzare nel dramma che abbiamo di una donna che è stata di gran lunga l'artista più dotata degli ultimi 25 anni.

Lei ha combattuto varie forme di tossicodipendenza su un palcoscenico olimpico, avvinta in un matrimonio selvaggio e notoriamente disfunzionale ed abusivo con un cantante di R&B, Bobby Brown per 15 anni.
Il nostro cuore soffre per Whitney Houston, anche se molti di noi, nel corso degli anni, hanno visto troppe prove fotografiche del suo peso fluttuante, del suo viso bagnato-marrone caramello di sudore, nelle sue performance.

Ma quando si muore in una camera di hotel a Beverly Hills, all'età di 48 anni, da sola, alla vigilia dei Grammy Awards, scoperta da una guardia del corpo, dopo 170 milioni di dischi venduti, premi Emmy ed il più grande singolo degli Stati Uniti di tutti i tempi ("I Will Always Love You"), dobbiamo domandarci, se siamo sinceri con noi stessi: abbiamo collettivamente partecipare al tuffo lento e catastrofico di Whitney Houston?

Di sicuro, c'è stata tanta partecipazione, dalle reti dei social network con innumerevoli omaggi originali dedicati a lei, dalle celebrità, da coloro che la conoscevano in realtà, con il cuore profondamente spezzato dei suoi fans.

Eppure, abbiamo assorbito spesso a critiche e sprezzanti commenti di chi voleva mettersi alla luce dei riflettori usandola, perché in questa epoca di reality, di confessionali di celebrità, YouTube e TMZ, le tribolazioni delle mega star come Whitney Houston non solo forniscono divertimento prima per noi, ma ci permettono di mascherare in modo vile le nostre colpe e le nostre mancanze.

Questo, infatti, è l'enigma della grande industria dell'intrattenimento. Da un lato, essa offre l'opportunità di essere ciò che vogliamo essere ed altro ancora. Il rovescio della medaglia, è uno spazio dove gli individui spesso non sanno crescere o evolversi e non sanno mai pienamente scoprire chi sono realmente.



Ad esempio, Houston è stata perseguitata per anni da voci di lesbismo a causa del suo rapporto strettissimo con l'allora migliore amica Robyn Crawford e persino di una presunta relazione con Tom Cruise. Chi sa cosa è vero e ciò che è favola e se una parte della sua tossicodipendenza fosse solo una finzione realizzata da altri, semplicemente per proteggere la sua immagine?

E se la Houston che non è mai stata impeccabile come si immaginava che fosse, la regina del pop, lei che in realtà era solo una ragazza che percorreva le strade difficili dell'America urbana con un sogno grande e una grande voce?
A tempo debito, siamo sicuri che i narratori di Whitney Houston emergeranno. Ma, per ora, preferiamo di gran lunga ricordare Whitney Houston per la cantante angelica ed il genio che era.

Quando scoppiò sulla scena nel 1985, con il suo omonimo album di debutto, si sapeva che era la figlia di Cissy Houston, cugina di Dionne Warwick, e la figlioccia di Aretha Franklin. Ma questo certamente non è che l'avrà aiutata molto. Si diceva agli inizi, è una raccomandata...

Era alta, magra, con una carriera di modella prima che esplodesse la sua vocazione di cantante (anche come una delle prime donne di colore mai apparse sulla copertina di Seventeen). Possedeva una grazia ed una classe sul palcoscenico che smentiva il fatto che avesse solo 22 anni quando apparve il suo primo album.

Aveva la straordinaria capacità di portare la gente di tutti gli strati sociali a cantare insieme a squarciagola le sue canzoni. (Pensate al suo inno di canto nazionale americano al Bowl 1991 Super, pochi giorni prima che ebbe inizio la prima guerra del Golfo.) E come altri hanno fatto notare, ha avuto il tipo di voce per la quale si corre rapidamente a dei superlativi, che si attribuiscono poche volte in ogni generazione.

E si sentiva la voce di Whitney Houston: stimata dai tifosi della "Chiesa Nera", collegata con le tradizioni di un popolo che hanno usato la loro musica come una fuga dalle loro radici; nello stampo di Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Chaka Khan, e sì, di Aretha Franklin.

Ma fu quando The Bodyguard (1992) divenne un film di successo e la canzone tema "I Will Always Love You" era così onnipresente, che la gente cominciò ad osannarla. E' stata a Radio City Hall di New York nel 1992 o 1993. Aveva una band e aveva uno sgabello. Non c'erano ballerini, nessun espediente che attirasse, ma solo quella voce. Quando Houston ha iniziato con "I Will Always Love You", non c'era un solo occhio asciutto che la ammirasse.

Si è parlato molto di parallelismi tra la fine di Michael Jackson e Whitney Houston, come Marilyn Monroe, Dorothy Dandridge, Janis Joplin, Amy Winehouse. Ahimè, Whitney Houston non è più viva, ma la sua voce rimarrà a lungo dopo le lacrime finali e gli elogi. Whitney Houston riposa nella pace che non ha mai potuto realizzare nella sua vita accanto ad una "luce eterna", quella che gli sarà accanto dove riposa, ed alla luce eterna di chi l'ha amata e la continua ad amare.

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