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Alla Scoperta delle Bellezze di Scopello - Castellammare del Golfo - Segesta - Calatafimi (TP)

4/14/2012 Rosaria Magnisi 0 Comments


Tra le incantevoli insenature della Sicilia, il golfo di Castellammare è sicuramente uno dei più ampi e suggestivi in quanto include alcune delle località più belle e suggestive dell'intera provincia di Trapani. Per raggiungere questi splendidi luoghi ci si immette sulla SS 187 in direzione Castellammare. Giunti al bivio con Buseto Palizzolo, con una breve deviazione si può raggiungere il Bosco di Scorace, 750 ettari di verde in cui crescono vigorose querce da sughero. Procedendo oltre sulla statale si giunge al bivio per Scopello. Questa parte dell’itinerario offre splendidi paesaggi, si susseguono l’insenatura di Cala Bianca, Cala Rossa e Guidaloca (splendidi luoghi di balneazione). A questo punto la strada inizia a salire tra aspre rocce, arrivati al bivio di Scopello si prosegue sulla strada principale per circa 800 metri per giungere ai Faraglioni di Scopello e all’omonima Tonnara. Un luogo davvero spettacolare caratterizzato dalle rocce a strapiombo su un mare cristallino. La Tonnara fu costruita dagli Arabi e usata fino agli inizi degli anni ‘80. All’interno sono custodite barche e attrezzature. Si trova inoltre un diving center che organizza escursioni subacquee lungo un percorso archeologico.
Lasciati i Faraglioni, proseguendo per 2,5 Km si trova sulla destra una stradina non asfaltata che giunge alla splendida Cala Mazzo di Sciacca (da qui cominciala la Riserva Naturale dello Zingaro).



Tappa obbligata è il suggestivo borgo rurale di Scopello. È un piccolo borgo sorto verso la fine del settecento attorno alla corte di un Baglio, sul sito di un precedente casale arabo. Ritornati indietro fino al bivio per Scopello, imboccate la SS 187 in direzione Castellammare. Poco prima di giungere a Castellammare del Golfo, si toverà sulla sinistra un grande spiazzo: il Belvedere, dal quale è possibile ammirare uno splendido panorama sul golfo. Castellammare è celebre per la bellezza della sua costa, con gli incantevoli arenili che si alternano a suggestive calette e faraglioni. Le sue origini si identificano con quelle di Segesta di cui era il porto, ma raggiunse il suo massimo sviluppo sotto gli Aragonesi.
Accanto al porto, tra 2 spiagge di sabbia, spicca il Castello con torre cilindrica, costruito dagli Aragonesi sulla base di una precedente fortezza saracena.
Da visitare nel cuore della Castellammare antica, in piazza Matrice, la chiesa Madre (1726), a tre navate e dedicata a S. Maria del Soccorso, dove sono custodite alcune interessanti opere d’arte tra cui la statua in maiolica della Madonna del Soccorso (1559). In un piccolo spiazzo di via Ponte Castello troviamo la cinquecentesca chiesetta della Madonna del Rosario, detta “di l’agnuni” (cioè del cantuccio), con il portale decorato, nel timpano, da un elegante bassorilievo raffigurante la Madonna col Bambino tra Santi e Crocifisso.
Lasciata Castellammare del Golfo e giunti al bivio per Segesta, si lascia la statale 187 per immettersi sulla SP2, per giungere alle Terme Segestane di acque sulfuree. Prima dell’ingresso allo stabilimento termale, percorrendo un viottolo, è possibile bagnarsi nelle anse naturali di acqua calda.

Ritornati sulla strada, attraversando il Ponte Bagni, da cui si possono ammirare le gole e le cascate, si raggiunge la statale 133 in direzione Segesta, la più importante tra le città elime. Nella parte più occidentale della Sicilia, in quel triangolo splendido i cui vertici sono Segesta, Selinunte e la ventosa Erice,in un alternarsi di gole profonde, spianate erbose, colli sparsi di villaggi, arse pietraie e boschi arsi da fuochi più o meno recenti, lasciata sulla destra la visione del massiccio dell'Inici e del Golfo di Castellammare, a chi da Palermo va verso Trapani, appare improvviso in lontananza il tempio di Segesta, che grandeggia misterioso tra i monti del deserto paesaggio: Le sue  colonne s'ergono possenti, nitide, quasi intatte, come forse furono 25 secoli or sono, quando il santuario venne iniziato e non venne mai più portato a termine. Ora il colonnato dorico si staglia severo e silenzioso a primavera nel verde circostante. Segesta è silenzio, solitudine, come la vicina Selinunte, di Segesta implacabile nemica......
Segesta, il cui nome deriva dalla ninfa Egesta che ospitò Enea, sorgeva sul monte Barbaro, dove ancora oggi si possono ammirare i resti dell’antica città: il Tempio dorico e il Teatro. All’estremità orientale, sulla cima più alta del monte, si può raggiungere il Teatro greco, risalente alla fine del II secolo a. C., ma rimaneggiato dai Romani. Il teatro poteva contenere 4.000 spettatori, la cavea è ricavata nelle pendici della collina, oggi restano solo 20 gradinate divise in 7 cunei; doveva esserci una parete scenica riccamente decorata e l’orchestra era dotata di un passaggio sotterraneo che permetteva agli attori di fare entrate a sorpresa. Recenti scavi hanno iniziato ad individuare i resti di un’intera città.
Ritornando sulla statale si raggiunge Calatafimi, città famosa grazie alla vitoria riportata da Garibaldi sulle truppe borboniche nel 1860. Anche se le sue origini sono elime, deve il suo nome agli arabi: Kalat-al-fimi, ossia “Castello di Eufemio”. I resti del Castello, che diede il nome alla città sottostante, troneggiano ancora oggi sulla sommità del più alto dei 2 colli su cui sorge Calatafimi.
Dal castello, è possibile ammirare uno splendido paesaggio sulla vallata a cui fa da sfondo il Monte Inici e in lontananza il tempio di Segesta. Da non perdere il percorso dei vicoli.

Lasciata Calatafimi, percorrendo la SS 113 che conduce a Trapani, si giunge ad un bivio che porta al colle detto Pianto Romano. In cima ad esso si erge il Monumento Ossario eretto nel 1892 in memoria dei caduti garibaldini durante la guerra contro i Borboni, su progetto di Ernesto Basile (1857-1932). È qui che Garibaldi, rivoltosi al generale Nino Bixio che consigliava di ripiegare pronunziò la celebre frase "Bixio, qui si fa l'Italia o si muore!".
Si rientra verso la Valle Ericina lungo la statale 113 che si snoda su verdi colline. Giunti a Napola deviare a destra in direzione Valderice-Erice.
Eventi da non perdere:
A Castellammare del Golfo dal 19 al 21 agosto ha luogo la festa di Maria SS. del Soccorso, con la tradizionale processione a mare, per la rievocazione storica dell'attacco al porto da parte degli Inglesi, sventato poi dall'arrivo della Madonna. Le musiche e i fuochi pirotecnici cercano di riprodurre lo stesso scenario del 1718.
A Segesta, nel periodo estivo, l’antico teatro riprende a vivere, grazie ad una stagione teatrale imperniata sulla rappresentazione di drammi classici.
A Calatafimi, tra il 1° e il 3 maggio, con cadenza ogni cinque anni, si svolge la Festa del SS Crocifisso, la festa celebra i miracoli operati dal Crocifisso di legno della chiesa di S. Caterina. Alla fine di tre giorni di processioni, di esibizioni di carri e di lanci di confetti, accompagnato dalle campane suonate a distesa, esploderà con gran fragore il "grandioso sparo di giochi d'artificio", e saremo certi in quel momento di avere davvero vissuto una festa siciliana.

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