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Caos e Inflazione alle Stelle: che Succede se la Grecia fallisce

5/19/2012 Rosaria Magnisi 0 Comments


L'analisi del Premio Nobel Usa Paul Krugman: "Finanziate gli Stati per uscire dalla crisi".

Cosa succede se la Grecia non trova un governo? E se esce dall’euro? Milioni di risparmiatori, mutuatari, correntisti, si stanno facendo in queste ora le stesse domande.Impossibile dare delle risposte nette, senza sfociare nella fantapolitica. Molti ci stanno provando. Tra gli altri l’economista statunitense Paul Krugman, premio Nobel ed editorialista del New York Times.

L'analisi e il "crepuscolo europeo"

Oltre a segnalare che le istituzioni europee stanno da mesi sbagliando la ricetta anticrisi (quella che prevede tagli e rigore) sul suo blog Krugman ha scritto un breve post intitolato “Eurodämmerung”, che tradotto significa: “crepuscolo dell’Europa”. L’intervento pescato e segnalato dal sito Post.it. 

Entro un mese la Grecia esce dall'euro

Krugman fa un’analisi lucida e spietata sui problemi europei, prevedendo senza alcun dubbio l’uscita della Grecia dall’euro entro un mese. Uno scenario, a cui, qui nel vecchio continente, nessuno si augura di assistere. 
Secondo l’economista il destino ellenico è segnato: nuove elezioni il prossimo mese, opposizione netta alle misure di austerità imposte dall’Europa, vittoria del partito di estrema sinistra di Syriza. Di qui rinegoziazione degli accordi con l’Europa o uscita diretta dall’euro.

Spread alle stelle e corsa agli sportelli

Arrivati al “punto di non ritorno”, c’è solo una cosa che può avvenire in Europa e, in misura ancor più massiccia, in Italia e Spagna: spread ai massimi storici, timori e panico, corsa dei correntisti in banca e prelevamenti di massa dei propri risparmi. Un po’ quello che sta avvenendo ora in Grecia, dove nella sola giornata di ieri sono stati ritirati dai cittadini 700 milioni di euro. 
L’immediata conseguenza del caos è la crisi delle banche, già oggi in difficoltà per mancanza di liquidità. Per non parlare delle tensioni sociali generate da una situazione del genere: resse davanti alle banche e violenze.

Dal fallimento delle banche a quello degli Stati

Krugman prosegue, più inquietante che mai: per evitare il fallimento degli istituti di credito gli Stati potrebbero fare una cosa sola: imporre - con le tensioni che ne seguono - limiti ai prelievi di contanti. 
A questo punto sarebbe già il caos. Ma l’economista non lascia nulla al caso e prevede il pronto intervento della Bce, che inizierebbe a intensificare massicci prestiti alle banche, come già accaduto nei mesi scorsi, per evitare il default. 
Ma davvero, ci si chiede a questo punto, l’Europa potrebbe continuare ad assistere a questa catastrofe senza fare null’altro? Già, perché nel frattempo il valore dei titoli di Stato di Italia e Spagna non potrebbe fare altro che calare a picco, mettendo in serio pericolo entrambe le economie. 

Il ruolo della Bce

E qui che arriva la soluzione di Krugman, il quale è convinto - cosa non difficile da credere - che il solo foraggiare del banche non sia affatto sufficiente. 
Per evitare il fallimento degli Stati, dice l’economista, c’è una sola strada: accettare che Italia e Spagna ricevano grandi quantità di denaro in prestito dalla Bce, dare loro la possibilità di finanziarsi con bassi tassi di interesse e avere un tasso di inflazione più alto per aggiustare i prezzi. 

Finanziare la crescita, l'unica ricetta

Secondo il Nobel statunitense, e non è il solo, la Banca centrale europea deve cominciare a comportarsi direttamente e senza limiti da “prestatrice di ultima istanza”, stampando denaro e prestandolo agli Stati anche a costo di far salire l’inflazione. E l’unico modo per sottrarre il debito pubblico a tassi di interesse crescenti, e permettere così a entrambi, grazie a una maggiore di liquidità, di finanziare misure per la crescita nonostante l’alto debito pubblico. 

Il fallimento della politica del rigore

L’alternativa del rigore (nuove misure per contenere il debito pubblico dei due Stati, nuove tasse e nuovi  tagli), oltre a deprimere ulteriormente l’economia (con un ulteriore abbassamento dei consumi e innalzamento del tasso di disoccupazione) non sarebbero forse nemmeno sufficiente a evitare il default, e la fine dell’euro per tutti. E le conseguenze ora sono facilmente immaginabili.

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