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Grecia alle Urne, in Bilico tra Euro e Dracma

6/17/2012 Rosaria Magnisi 0 Comments


 L’economia greca è sempre più sola Samaras: «Scegliere tra euro e dracma» Grecia, le banche scommettono sulla sopravvivenza
Atene - Domenica mattina in Grecia alle 7 ora locale si sono aperti i seggi per le elezioni legislative, riconvocate dopo quelle - inconcludenti - del 6 maggio scorso. Su una popolazione complessiva di circa 11 milioni di persone, gli aventi diritto al voto sono poco più di 9.850.000 ma alle ultime consultazioni gli astenuti erano stati quasi il 40%.

Le operazioni di voto si concluderanno alle 19 ora locale e, secondo quanto annunciato dal ministero degli Interni, le prime proiezioni dovrebbero essere disponibili entro due-tre ore dal momento della chiusura delle urne, sempre che tutto proceda senza imprevisti.

In 9,8 milioni alle urne, la sfida è Samaras-Tsipras

Oggi alle 18 ora italiana, alla chiusura dei seggi, il mondo riceverà dai primi exit poll un’indicazione sulla scelta dei circa 9,8 milioni di greci chiamati alle urne. La battaglia - dagli esiti assai incerti, si parla di circa 700.000 elettori che non sanno cosa scegliere - si è ristretta tra Nea Dimokratia, la formazione di centrodestra guidata da Antonis Samaras, e Syriza, la formazione di sinistra portata alla ribalta dalla nuova stella della politica greca, il 37enne Alexis Tsipras.

I primi vogliono tenere in vita il Memorandum - l’intesa con la comunità internazionale che garantisce vitali prestiti ad Atene in cambio di durissime misure di austerità - pur ammorbidendolo. I secondi, pur dichiarando di voler tenere il paese nell’Eurozona, vogliono cestinare il “Mnimonio” (il memorandum in greco), sostituendolo con un Piano nazionale per la crescita e lo sviluppo che cancelli gran parte dei tagli invisi alla popolazione.

Chiunque vinca - gli ultimi sondaggi danno queste due formazioni testa a testa attorno al 25-30% - sembra inevitabile che il voto produca un governo di coalizione più o meno allargata. Un governo che dovrà come prima cosa decidere cosa fare del Memorandum: secondo le condizioni dell’intesa con Ue, Bce e Fmi, entro il 30 giugno il Parlamento ellenico dovrà varare tagli per ulteriori 11 miliardi alla spesa pubblica. Se questa condizione non sarà rispettata, l’Europa potrebbe bloccare la prossima tranche di aiuti: un colpo micidiale per le casse semivuote dello Stato greco, che rischia di non avere liquidità sufficiente già nel mese di luglio.

Sullo sfondo, in questa giornata, i preparativi “al peggio” delle banche centrali di mezzo mondo e le prese di posizione internazionali, prima di tutti quella della cancelliera tedesca Angela Merkel: «È molto importante che nelle elezioni di domani il risultato sia la formazione di un governo che dica “Ok, terremo fede agli accordi”».

Un appoggio non troppo velato al centrodestra di Samaras? Arrivato dalla personalità mondiale più detestata dai greci, rischia di essere controproducente. Il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker si è invece limitato ad auspicare fortemente che la Grecia resti nell’euro: una sua uscita, avverte, «sarebbe devastante» per l’intera Europa.

Massimo Mascheri

Fonte: http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2012/06/17/APaLttjC-grecia_bilico_dracma.shtml#axzz1y1kfozaB

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