Morte
stendea il suo alone nero
e la luce intrisa di veleno
palpeggiava il mare
come una donna da annegare.
Una bimba impaurita
non avea nessun colore
fredda la sua bocca
perso ogni lamento.
Le onde come luride sottane
si unirono in una danza
intrigante di fiori da baciare
e nella penombra di un faro
consumarono il dolore del suo corpo.
Esile e diafana strappata dalle acque
fu trascinata dalla sua stessa vita
nei cerchi di spuma
prigioniera di quella carne
tra gli ululati del vento
e le maree che l'avvilupparono
per renderla schiava.
Un lamento e poi un debole ansimare..
la voce si era spenta.
Per sempre!
Rosaria Magnisi
Ciao Rosaria,
RispondiEliminala pesia è molto bella, continua a scrivere... ti invio il mio blog...una nuvola di poesie - un abbraccio infinito http://lanuvoladellapoesia.blogspot.it/.
bellissima grazie amica rosaria un buona notte:)
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