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Gardaland, l’oasi del divertimento

2/09/2012 Rosaria Magnisi 0 Comments

Castelnuovo del Garda è un comune veneto che vanta circa 12.000 abitanti e sorge a ovest di Verona. Presentato in questi termini sembra un ordinario borgo di provincia, un paese insomma che non ha molto da dire – o da far ricordare – ai cittadini italiani. In realtà le cose non stanno affatto così. Per rimuovere dalla mente della popolazione la patina di anonimato che ne ricopre il nome basta semplicemente pronunciare una parola magica: Gardaland.
Castelnuovo del Garda infatti è il paese che ospita entro i propri confini il parco dei divertimenti più famoso d’Italia. La rinomata oasi del divertimento nazionale ospita annualmente milioni di visitatori in cerca di svago, sedotti dalle numerose attrazioni che trovano spazio su di un’area vasta 600.000 metri quadrati. Sono davvero pochi coloro che non ci sono mai stati o che non hanno un parente, un amico o un collega di lavoro che abbia vissuto almeno una volta questa divertente esperienza.
Il ricordo personale della gita in terra veneta è quanto mai piacevole.Partenza all’alba dalla Toscana per giungere a destinazione poco prima dell’apertura e non perdere neppure un istante della vita griffata Gardaland. Un viaggio di qualche ora trascorso in parte a sonnecchiare sui sedili ed in parte a scrutare il paesaggio oltre i finestrini. Un parcheggio vastissimo che accoglie tutti i mezzi pesanti è il segnale dell’arrivo. In un batter d’occhio sono dentro e non posso far altro che ammirarne, con un pizzico di sorpresa, la bellezza. I giardini sono curatissimi, il personale è sorridente e le giostre lasciano senza fiato sia per le imponenti dimensioni che per il look ammiccante. Come non essere travolti immediatamente da un’ondata di buon umore?  Impossibile.
La mappa del parco indugia a lungo tra le mani poiché la mente non riesce a guidare gli occhi sulla prima destinazione. La selezione non è facile data l’offerta: attrazioni acquatiche, meccaniche, tematiche e spettacoli vari costituiscono un menù assai goloso. Opto per “Jungle Rapids”, un percorso a bordo di un gommone circolare attraverso uno scenario che riproduce la giungla birmana, e non me ne pento. Le correnti delle rapide mi trascinano tra magnifici templi e antiche rovine, invogliandomi a fare un secondo giro. Di seguito è il turno di “Fuga da Atlantide”, dove un barcone mi conduce, sollevando una notevole quantità d’acqua, lungo uno scivolo assai ripido. Non mi lascio poi sfuggire l’occasione di fare un giro panoramico sulla monorotaia che viaggia senza sosta sopra le teste dei turisti e proseguo la giornata dividendomi tra “I corsari”, “La valle dei re”, “Colorado boat”, “Palablu” e quant’altro riesco a concedermi.
Man mano che le lancette dell’orologio avanzano nel quadrante, la folla si fa più nutrita ed il problema che si pone è quello delle lunghe code. L’accesso alle giostre migliori, infatti, è segnalato da un lungo serpentone di gente e per non perdere troppo tempo, spesso tocca dirigersi altrove.
Per godersi appieno tutto ciò che il parco ha da offrire non è sufficiente un solo giorno. Molti, difatti, scelgono di pernottare in loco proprio per godere di una seconda opportunità. Per me, invece, l’avventura si conclude in poche ore, ma il ricordo non svanisce.


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