OLTRE IL CIELO DEL MIO PAESE
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Le tante testimonianze degli immigrati di oggi sono diventate un libro
07/02/2012
C'è Cristina Lucaci, infermiera rumena che ha imparato l'italiano leggendo i foglietti delle indicazioni e delle posologie dei farmaci; c'è Isabella Bright, operaia ghanese, che ricorda ancora i morsi di una compagna di scuola delle medie che voleva accertarsi se la sua pelle fosse di cioccolata; c'è Edmondo Owusu al quale appena arrivato in stazione a Verona gli è stata rubata la borsa con i documenti e i soldi e i primi italiani a cui ha dovuto rivolgersi sono stati proprio i poliziotti. VICENDE UMANE. Sono alcuni dei 24 immigrati le cui testimonianze sono diventate libro e documentario intitolati «Oltre il cielo del mio Paese», pubblicati a cura dell'amministrazione comunale di San Martino Buon Albergo attraverso la biblioteca «Don Lorenzo Milani». Le interviste sono state raccolte da Giuseppe Corrà, insegnante e collaboratore de L'Arena e il video curato dal regista Mauro Vittorio Quattrina: insieme alle foto di Giorgio Marchiori e Andrea Tiberto e a un racconto inedito del capo della squadra mobile di Verona Gianpaolo Trevisi sono in 140 pagine e 54 minuti video lo specchio delle storie di immigrazione più recente a San Martino. LA VALIGIA IN MANO. «È il viaggio inverso di quello che tre anni fa confluì nel libro “Con la valigia in mano” raccontando storie di sanmartinesi che nel Novecento avevano abbandonato il paese per cercare fortuna all'estero. In occasione della presentazione nacque l'idea di proseguire con una nuova indagine che raccontasse chi sono, che lavoro fanno, come sono stati accolti quanti oggi arrivano nel nostro paese», ha esordito il sindaco Valerio Avesani, annunciando che questo, come il precedente volume, saranno inviati al governo e al presidente della Repubblica, «con una lettera in cui sarà spiegato il progetto e aggiunto l'impegno di un terzo momento di confronto fra l'emigrazione di ieri e l'immigrazione di oggi per capire diversità e contatti fra queste due grandi esperienze», ha concluso Avesani, «e che dimostrano che il nostro è un paese capace di accogliere». I PROBLEMI. «Ci interessava far emergere storie dalle quali si capisse come sono stati risolti problemi che sembrano banali ma per uno straniero sono fondamentali per non essere presi in giro, a partire dalla comprensione del dialetto fino all'utilizzo della forchetta per mangiare gli spaghetti», ha raccontato Quattrina, rivelando che il video propone anche uno spezzone da cineteca girato negli anni Settanta da Giuseppe Zenti, oggi vescovo di Verona, che si dilettava di riprese: alla raccolta delle fragole commentava la presenza di immigrati abruzzesi e calabresi e sembrano passati secoli. «Ho imparato molto da queste storie», ha aggiunto Corrà, «perché mi sono trovato davanti persone con cultura che amano il dialogo: i nostri emigranti trovavano una cultura omogenea a quella da cui erano partiti; a noi oggi tocca il confronto con realtà molte diverse con le quali bisogna fare i conti nel rispetto reciproco». «Lavoriamo per questo scopo», ha aggiunto l'assessore alla cultura Vittorio Castagna, «e già ci sono cittadini stranieri nella banda del paese e nella squadra di calcio. Il libro viene distribuito su offerta libera nelle edicole e nelle parrocchie e il ricavato sarà destinato alla Caritas per il sostegno a sanmartinesi che hanno perso il lavoro».V.Z.
07/02/2012
C'è Cristina Lucaci, infermiera rumena che ha imparato l'italiano leggendo i foglietti delle indicazioni e delle posologie dei farmaci; c'è Isabella Bright, operaia ghanese, che ricorda ancora i morsi di una compagna di scuola delle medie che voleva accertarsi se la sua pelle fosse di cioccolata; c'è Edmondo Owusu al quale appena arrivato in stazione a Verona gli è stata rubata la borsa con i documenti e i soldi e i primi italiani a cui ha dovuto rivolgersi sono stati proprio i poliziotti. VICENDE UMANE. Sono alcuni dei 24 immigrati le cui testimonianze sono diventate libro e documentario intitolati «Oltre il cielo del mio Paese», pubblicati a cura dell'amministrazione comunale di San Martino Buon Albergo attraverso la biblioteca «Don Lorenzo Milani». Le interviste sono state raccolte da Giuseppe Corrà, insegnante e collaboratore de L'Arena e il video curato dal regista Mauro Vittorio Quattrina: insieme alle foto di Giorgio Marchiori e Andrea Tiberto e a un racconto inedito del capo della squadra mobile di Verona Gianpaolo Trevisi sono in 140 pagine e 54 minuti video lo specchio delle storie di immigrazione più recente a San Martino. LA VALIGIA IN MANO. «È il viaggio inverso di quello che tre anni fa confluì nel libro “Con la valigia in mano” raccontando storie di sanmartinesi che nel Novecento avevano abbandonato il paese per cercare fortuna all'estero. In occasione della presentazione nacque l'idea di proseguire con una nuova indagine che raccontasse chi sono, che lavoro fanno, come sono stati accolti quanti oggi arrivano nel nostro paese», ha esordito il sindaco Valerio Avesani, annunciando che questo, come il precedente volume, saranno inviati al governo e al presidente della Repubblica, «con una lettera in cui sarà spiegato il progetto e aggiunto l'impegno di un terzo momento di confronto fra l'emigrazione di ieri e l'immigrazione di oggi per capire diversità e contatti fra queste due grandi esperienze», ha concluso Avesani, «e che dimostrano che il nostro è un paese capace di accogliere». I PROBLEMI. «Ci interessava far emergere storie dalle quali si capisse come sono stati risolti problemi che sembrano banali ma per uno straniero sono fondamentali per non essere presi in giro, a partire dalla comprensione del dialetto fino all'utilizzo della forchetta per mangiare gli spaghetti», ha raccontato Quattrina, rivelando che il video propone anche uno spezzone da cineteca girato negli anni Settanta da Giuseppe Zenti, oggi vescovo di Verona, che si dilettava di riprese: alla raccolta delle fragole commentava la presenza di immigrati abruzzesi e calabresi e sembrano passati secoli. «Ho imparato molto da queste storie», ha aggiunto Corrà, «perché mi sono trovato davanti persone con cultura che amano il dialogo: i nostri emigranti trovavano una cultura omogenea a quella da cui erano partiti; a noi oggi tocca il confronto con realtà molte diverse con le quali bisogna fare i conti nel rispetto reciproco». «Lavoriamo per questo scopo», ha aggiunto l'assessore alla cultura Vittorio Castagna, «e già ci sono cittadini stranieri nella banda del paese e nella squadra di calcio. Il libro viene distribuito su offerta libera nelle edicole e nelle parrocchie e il ricavato sarà destinato alla Caritas per il sostegno a sanmartinesi che hanno perso il lavoro».V.Z.
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