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Panarea la Bella Vip

2/27/2012 Rosaria Magnisi 1 Comments



Michelangelo Antonioni l'ha scelta come location per "L'avventura" e Roberto Rossellini ha immortalato i suoi paesaggi nella pellicola "Stromboli": parliamo di Panarea, la più antica e la più piccola − con una superficie che ammonta, infatti, ad appena 2.400 kmq − delle isole Eolie, con cui costituisce lo splendido parco marino decretato Patrimonio Unesco. Due le anime dell'isola: una selvaggia, caratterizzata da una natura ricca sia dal punto di vista vegetale che faunistico, e da una varietà di fenomeni geotermici, e l'altra mondana, che vede questa magica terra,  normalmente abitata da poche centinaia di persone, popolarsi, durante la stagione estiva, di vip e single desiderosi di nuovi incontri, che non mancano di trascorrere il by night al "Raya", una delle discoteche più trendy del Mediterraneo. Per raggiungere questa micro-isola e i suoi campi fioriti di margherite e narcisi occorre imbarcarsi a Messina, Reggio Calabria, Napoli o Palermo su corse con frequenza a variabile stagionale, oppure partire da Milazzo per fare scalo a Lipari. Arriveremo così in questo eden rigoglioso di macchia mediterranea, tra ginestre, agavi, capperi, fichi d'India, lentisco ed olivi secolari, e popolato da falchi della regina, corvi, gabbiani reali, cormorani e gechi. Dal punto di vista geologico la attuale Panarea è una sopravvivenza parziale dell'assetto originario − una  ampiezza di 460 kmq con punti di altitudine sui 1.300 metri − che eruzioni vulcaniche hanno progressivamente mutato, generando una serie di incantevoli isolotti: Dattilo, Lisca Bianca, Lisca Nera, Panarelli, le Formiche, Bottaro, Basiluzzo. Su quest'ultimo, collocato a circa tre chilometri e mezzo da Panarea, sono stati rinvenuti mosaici e resti di costruzioni romane; la sua altitudine di 165 metri regala stupendi panorami, mentre il fondo marino custodisce, nei pressi dello scalo, una darsena sommersa in seguito ad episodi di bradisismo, e tuttora visibile. Faraglioni di dimensioni diverse, gli scogli di Panarea si configurano superficialmente come entità autonome, ma profondamente risultano essere interconnessi, costituendo un unico istmo tra Lipari e Stromboli. Oltre alle linee frastagliate della costa occidentale e alle ampie distese anticamente coltivate a vigneti e oliveti con la tecnica dei terrazzamenti, tuttora evidenti sul territorio, a caratterizzare questa isola, indubbiamente, le sue stupende spiaggette − vere e proprie miniature, spesso ampie appena tre metri... Tra tutte una sottolineatura particolare va a Calcara, sia in quanto area ad alto valore archeologico − numerosi sono, infatti, i reperti di epoca preistorica e romana qui rinvenuti − che naturalistico: qui è possibile ammirare, infatti, il fenomeno delle cosiddette "fumarole". Dalle fessure delle rocce fuoriescono vapori ad una temperatura di circa 100°, traccia dell'antica attività vulcanica; tra le manifestazioni di questa tipologia annoveriamo, poco distante, anche il ribollire delle acque tra Bottaro e Lisca Bianca. Il Timpone del Corvo, coi suoi 400 metri di altitudine, è il punto dominante su tutte le località isolane: in primis, San Pietro, dove si trova l'approdo unico per le imbarcazioni, e poi Ditella e − scendendo a sud − Drauto. Molto rinomate sono, poi, la spiaggia degli Zimmari e l'affascinante Cala Junco, presso Punta Milazzese, sito dell'insediamento preistorico. Caratterizzata dalla presenza di 23 capanne, questa area ha a lungo conservato una serie di amuleti, mortai, macine, vasi e cocci ora custoditi nel Mueo Eoliano di Lipari. La bellezza di Panarea, oltre che sopra, si trova anche sotto la superficie: meravigliosi sono infatti i suoi fondali, ideali per praticare diving. La straordinaria spurezza dell'acqua regala una ottima visibilità fino a 40 metri di profondità, consentendo di ammirare i particolari delle numerose grotte presenti. Tra le virtù di questa isola, esplosa come meta turistica negli anni Cinquanta, c'è senza dubbio la sua gastronomia, splendido matrimonio tra i prodotti di Madre Natura e la creatività degli chef locali. Tra le numerose specialità citiamo le fantasiose tartine, con burro, mandorle e pistacchi, o con burro all'arancio, limone e mandarino. Se tra i primi piatti è un must provare le fettuccine all'aragosta, le linguine al pesto eoliano, la pasta con i capperi o con acciughe e mollica, tra i secondi di carne assaggiamo vitello con i carciofi e tra i secondi di pesce le triglie al rosmarino. Come contorno, peperoni e melanzane in diverse varianti, ed olive condite con buccia d'arancia, carote, sedano e olio. Da bere, infine, sangria.

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1 commento:

  1. Le isole Eolie sono un assaggio del paradiso terrestre
    wonderful place
    bellissime
    indimenticabili
    come del resto tutta la Sicilia
    ciao
    Michele

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