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Perdere il Lavoro a 40 anni: Disoccupati e Senza Speranza. 400 i Suicidi in un Anno

3/11/2012 Rosaria Magnisi 0 Comments



Fonte
freebacoli.blogspot.com

venerdì 2 marzo 2012
Perdere il Lavoro a 40 Anni: Disoccupati e Senza Speranza. Sono 400 i Suicidi in un Anno
La disoccupazione giovanile è senza alcun dubbio un dramma in Italia, specialmente nel Sud e per le donne.
Un paese che non sa dare lavoro ai suoi giovani un lavoro, nonostante il lavoro sia il cardine su cui si impernia la nostra Costituzione, è un paese che sta perdendo la sua identità, la sua storia e, soprattutto, il suo futuro.
Quello della disoccupazione giovanile è un problema di cui si parla molto, su cui si discute, ma per la cui reale soluzione nulla è stato fatto.Ma c’è anche un altro problema, anch’esso drammatico,  di cui invece si preferisce troppo spesso non parlare.
Quello di chi viene espulso in età matura dal mondo del lavoro, avendo molto frequentemente  anche una famiglia da portare avanti.
Trovare una ricollocazione a 50 anni o più è spesso impossibile e pertanto costituisce  un dramma che talvolta, purtroppo, si risolve con un suicidio.
C’è un’associazione che da oltre 10 anni si interessa attivamente della problematica dei disoccupati in età matura,  l’ “ATDAL over 40” [ www.atdal.eu ], in maniera concreta, sia facendo proposte ai vari governi e a tutti gli altri soggetti interessati (sindacati, regioni e così via) sia anche pubblicizzando offerte di lavoro e qualsiasi altra opportunità.
La situazione degli “espulsi dal mondo del lavoro” è diventata ancor più drammatica con la nuova riforma pensionistica, perché chi sognava di raggiungere la tanto agognata pensione, si vede ora allungare anche di cinque anni l’attesa.
E, se cinque anni sono molti per chi ha un posto di lavoro, possono diventare un muro invalicabile per chi il lavoro lo ha perso.
Infatti in Italia, a differenza di altri paesi, non esiste alcun ammortizzatore sociale,  come ad esempio il salario minimo garantito, che possa accompagnare chi ha  la sfortuna di non riuscire a lavorare più al traguardo della pensione.

Recentemente l’ATDAL  ha inviato un e-mail al nuovo governo italiano, tanto sensibile ai problemi del mondo del lavoro. Ci sembra opportuno pertanto pubblicizzare sia il contenuto di questa e-mail sia la risposta ottenuta.
A voi il giudizio.

La  Mail del Dr Armando Rinaldi dell’ATDAL al Governo del 30 gennaio 2012

Egregi Onorevoli,
la recente manovra "Salva Italia", ed in particolare le norme in essa contenute in materia di previdenza, hanno creato una quantità enorme di situazioni drammatiche e disperate soprattutto in quella numerosissima fascia di disoccupati di lunga durata in età matura (over55/over60). 
Voi sapete molto bene come da anni sia praticamente impossibile ricollocarsi una volta superata l'età dei 50 anni.
Decine di migliaia di disoccupati che hanno superato questa soglia fatidica sono stati completamente abbandonati a se stessi senza uno straccio di sostegno al reddito. 
Per loro l'unica possibile alternativa risiedeva e risiede nell'approdo alla pensione che ancora una volta, come già avvenuto dalla metà degli anni '90 con la Riforma Dini, ha spostato in avanti il traguardo agognato ignorando la loro condizione.
Si tratta spessissimo di madri e padri di famiglia con figli ancora in età scolare e impegni economici cui fare fronte. 
Ancora una volta si è deciso di intervenire sul fronte delle pensioni senza curarsi più di tanto dei danni collaterali che le stesse avrebbero provocato soprattutto nei confronti di chi, perso il lavoro, non ha più la possibilità di scegliere se lavorare qualche anno in più.
Sono quasi 20 anni che la campagna a favore del prolungamento dell’ età pensionabile è al centro delle attenzioni della politica, del sistema impresa e dei media. Ma sono anni che le imprese attuano la strategia dello svecchiamento ai danni di chi supera i 40-45 anni.
Ci sentiamo ripetere il ritornello dell’anomalia italiana delle pensioni di anzianità ma non una voce si leva a denunciare l’anomalia della mancanza nel nostro paese di un vero sistema di tutela universale per coloro che perdono il lavoro. 
Voi sapete benissimo che meno del 30% dei disoccupati gode di un qualche strumento (peraltro in molti casi di importo e durata semplicemente vergognosi) di sostegno al reddito.
I politici sono almeno 18 anni che parlano della necessità di una riforma degli ammortizzatori sociali, più o meno ogni qualvolta sono intervenuti sulle pensioni, ma la valanga di parole spese non ha mai generato un minimo intervento.
La nostra Associazione Atdal Over40 denuncia, inascoltata, da 10 anni la condizione di chi viene espulso dal ciclo produttivo in età matura. Nell'ultimo mese riceviamo settimanalmente una cinquantina di mail di persone disperate che non sanno più a che Santo votarsi.
Se, come ci dicono recenti dati (Eures), nel 2009 ben 357 disoccupati si sono tolti la vita, se nella seconda settimana di questo nuovo anno sono 5 i suicidi per mancanza di lavoro e di reddito, è troppo chiederVi che l’attenzione dedicata alle morti sul lavoro (altro primato italiano ben poco invidiabile) venga estesa anche alle morti per mancanza di lavoro e di reddito?
E' troppo chiederVi di andare oltre l'asetticità dei dati statistici e provare a capire la condizione reale di tanti disoccupati maturi che spesso costituivano anche l'unica forma di sostegno per i figli disoccupati o precari ?

Ringraziando per l'attenzione, distinti saluti

Armando Rinaldi
Associazione Atdal Over40

LA RISPOSTA DEL GOVERNO
Re: Manovra Salva Italia e nuove norme previdenziali
DA: Redazione Governo.it
A: atdalit@yahoo.it
Lunedì 13 Febbraio 2012 18:15

Gentile cittadino,
Grazie per averci scritto e reso partecipi delle sue osservazioni e considerazioni critiche in materia pensionistica che rappresenta  uno dei pilastri della manovra approvata a dicembre 2011. È il primo tassello di una riforma più completa che riguarderà anche il mercato del lavoro (che dovrà recuperare efficienza ed efficacia nellimpiego delle risorse) e gli ammortizzatori sociali. 
Per questo motivo, l'insieme dei provvedimenti relativi alle pensioni abbraccia un'ottica di lungo periodo. 
I principi su cui poggiano i provvedimenti sono sei:
L'affermazione del metodo contributivo come criterio di calcolo delle pensioni. Dal punto di vista dellimpatto in aggregato, la scelta del criterio contributivo non solo migliora la sostenibilità finanziaria del sistema, sottendendo un trattamento equo tra generazioni, ma costituisce altresì un metodo di calcolo che migliora lequità intra-generazionale, ossia garantisce parità di trattamento tra i membri di ciascuna generazione. Libera altresì risorse, anche nel lungo termine, utilizzabili per operare sul piano delle politiche di solidarietà sociale. 
La previsione di un percorso predefinito di convergenza del trattamento previsto per uomini e donne.  
L'abbattimento delle posizioni di privilegio. 
 La presenza di clausole derogative soltanto per le fasce più deboli e le categorie dei bisognosi.  
La flessibilità nell'età di pensionamento, che consente al lavoratore maggiori possibilità di scelta nellanticipare o posticipare il ritiro dal mercato del lavoro, a fronte di una sua valorizzazione da parte datoriale e di una piena tutela del diritto alla scelta. 
La semplificazione e la trasparenza dei meccanismi di funzionamento del sistema, con l'abolizione delle finestre e delle quote. 
Le segnaliamo che, sul sito del Governo, alla sezione Dialogo con il Cittadino (http://www.governo.it/Notizie/Palazzo%20Chigi/dettaglio.asp?d=66459), troverà alcuni documenti di approfondimento utili per conoscere la manovra in dettaglio. 
In particolare, abbiamo predisposto un documento nel quale illustriamo con attenzione i contenuti della riforma del sistema pensionistico. 
Nella speranza di poterci avvalere ancora, in futuro, della sua partecipazione, desideriamo ricordarle che è possibile seguire l'attività del governo attraverso il sito ufficiale: www.governo.it. 

La informiamo inoltre che stiamo lavorando per migliorare la comunicazione con i cittadini. 

Presto sarà possibile partecipare a sondaggi online e seguire l'attività del governo attraverso i principali social network.
Cordiali saluti,
Ufficio Stampa e del Portavoce

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