Disdette dal Garda all’Adriatico Piano per Difendere il Turismo
DOPO IL TERREMOTO
La paura frena gli stranieri, il ministro Gnudi chiama le ambasciate. Un cronista tedesco: «Siete voi che parlate di sisma in tutto il Nord»
VENEZIA - Ecco qua: dove non vibra la terra vibrano i nervi. Gli effetti del terremoto si sono sentiti anche sul litorale veneziano, tra le acque calde di Abano Terme e soprattutto sul lago di Garda. Non perché il sisma abbia in qualche modo investito gli edifici della zona causando danni a destra o a manca, ma perché gli albergatori sono stati presi d’assalto da mail e messaggi di turisti tedeschi preoccupatissimi per le sorti delle loro vacanze. «E sono arrivate anche le disdette», avvertono il presidente di Federalberghi Marco Michielli e il presidente degli albergatori del Lago Giorgio Consolini che si sono dovuti confrontare in questi giorni con una psicosi dilagante alimentata soprattutto da siti internet di viaggio e da alcuni quotidiani stranieri che avrebbero ingigantito i danni del terremoto. «Creare il panico facendo uscire notizie non veritiere che riguardano territori non danneggiati è un’azione di grande irresponsabilità», aggiunge il consigliere regionale, ed ex sindaco di Garda, Davide Bendinelli che chiede un intervento dell’assessore regionale Marino Finozzi e si accoda alla lettera inviata da Federalberghi e dal governatore Luca Zaia alle agenzie di stampa estere per rassicurare i tedeschi sulla situazione delle località turistiche del Veneto.
Ma se i giornalisti stranieri sottolineano semplicemente che la stampa estera non ha fatto disinformazione, ma si è limitata semplicemente a riprendere i titoli di quella italiana (i due principali quotidiani italiani ieri hanno titolato «Nuova scossa, Paura in tutto il Nord»), la vicenda ha raggiunto toni effettivamente cosi preoccupanti che questa volta per fermare sul nascere il rischio di emorragia turistica è intervenuto direttamente il ministro del Turismo Piero Gnudi. «La preoccupazione degli albergatori è assolutamente giusta - spiega il ministro che è andato a Rimini in solidarietà con gli albergatori della costa romagnola - per questo ho già avviato un piano di comunicazione straordinario per informare correttamente gli organi di stampa internazionali sulle reali dimensioni del terremoto che non ha danneggiato le zone limitrofe». Nei giorni scorsi il ministero e l’ente nazionale del turismo, in accordo con la Farnesina, hanno inoltre inviato una comunicazione ufficiale a tutte le ambasciate all’estero per indicare come aree sicure la costa adriatica e le altre località turistiche del Veneto, della Lombardia e del Trentino.
E i primi effetti sono già arrivati: i vari siti ufficiali per il turismo dei paesi europei (il corispettivo di «viaggiare sicuri») hanno già sostituito la mappa dell’Italia caricando quella inviata dal Ministero che mostra chiaramente l’epicentro del terremoto ed esclude dal pericolo le aree turistiche del Veneto, della Lombardia, dell’Emilia Romagna e del Trentino Alto Adige. Per contrastare inoltre la psicosi che si è diffusa sui siti internet non ufficiali (Tripadvisor. de, il più grande portale al mondo dedicato ai racconti dei viaggiatori riporta il resconto di viaggio a Venezia di due tedeschi che si definiscono «sopravvissuti al terremoto») il ministro, che incontrerà mercoledì il presidente della stampa estera a Roma, ha inviato anche una nota rassicurante all’Enit austriaco e all’Automobil Club tedesco. «Abbiamo spiegato che le strade e le ferrovie sono perfettamente agibili, gli aeroporti funzionano regolarmente, le linee telefoniche e le connessioni internet sono efficienti e gli alberghi e le altre strutture ricettive svolgono attività regolare », continua Gnudi mettendo l’accento sul fatto che «anche il patrimonio culturale di cui il Veneto e le altre regioni d’Italia sono ricchissimi è perfettamente visitabile». In risposta alla nota del ministro l’Automobil Club tedesco ha subito diramato un ulteriore comunicato a tutti gli iscritti ricordando che «il solo timore che possano esserci scosse di assestamento nelle località non colpite dal terremoto non giustifica la cancellazione della vacanza e dunque non da diritto alla restituzione dell’eventuale caparra».
(ha collaborato Mauro Zanutto)
05 giugno 2012
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