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Chi ha Paura di Beppe Grillo?

4/23/2012 Rosaria Magnisi 0 Comments


di Fedro
20 aprile 2012 - Aver negato Piazza Castelnuovo a Grillo per il suo comizio spettacolo di domenica 29 aprile a Palermo, al di là delle questioni tecniche e metodologiche, è un clamoroso errore dei vertici burocratici degli enti che si sono assunti questa responsabilità.
E’ un errore perché viene letto dall’opinione pubblica come il tentativo di soffocare la libera voce di un movimento e del suo leader che, secondo gli ultimi sondaggi, sembra addirittura aver superato la Lega nelle intenzioni di voto degli italiani, ma, soprattutto, perché restituisce all’opinione pubblica nazionale l’idea di una Sicilia borbonica nella quale i detentori del vero potere, funzionari e dirigenti, decidono a discrezione cosa è consentito e cosa non lo è.
Ma la decisione dimostra anche il grande timore con il quale una società impreparata agli sconvolgimenti storici, quale quella siciliana, guarda ad una novità che, condivisa o meno, potrebbe sovvertire antichi equilibri e consolidate logiche.
Il tutto nell’indifferenza della politica che, anestetizzata da una campagna elettorale dove antichi vizi ed inesistenti virtù si inseguono, sottovaluta alcuni segnali che potrebbero rivelarsi devastanti.
Come interpretare, infatti, la scelta del movimento dei “Forconi” di interloquire a livello regionale e nazionale, solo con il Movimento di Grillo, se non con la voglia di saldare esperienze che fanno dell’antipolitica la loro bandiera.
Sembra di rivivere ciò che accadde all’inizio degli anni ’90 quando allora la vera novità, con i partiti tradizionali in ginocchio per il post tangentopoli ed il Paese in crisi, venne interpretata dalla Lega al nord e da Forza Italia su scala nazionale.
Anche allora si sorrideva ad ascoltare gli slogan improvvisati di Bossi e soci, ed i jingle di Berlusconi, ritenendoli un elemento di colore di quella campagna elettorale; eppure sappiamo come fini all’indomani del voto: i partiti tradizionali in ginocchio ed il potere consegnato nelle mani degli ousiders.
Attenzione, perché non c’è bisogno di ricorrere a Giambattista Vico per ricordare che corsi e ricorsi storici fanno parte in maniera indissolubile della storia di questa terra.

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