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Alla Scoperta delle Bellezze delle Isole Egadi





Le isole Egadi sono un arcipelago dell'Italia, in Sicilia, che comprende tre isole principali, Favignana (la maggiore), Levanzo (la minore) e Marettimo, e due grandi scogli, Maraone e Formica, che emergono dalle acque azzurre del Tirreno, a poche miglia da Trapani, da cui sono facilmente raggiungibili con traghetti e aliscafi (Siremar 0923 540515, Alilauro 0923 24073). Le acque limpide e le coste affascinanti, i piccoli rilievi, le baie, le grotte, e poi il particolare richiamo della tonnara (una delle poche superstiti in Sicilia), fanno delle Egadi una apprezzata meta turistica e balneare. Il toponimo "Egadi" significa "favorevole, propizio", forse in riferimento alla mitezza del clima e alla pescosità del mare. La storia delle Egadi ha origini molto antiche: sono tuttora visibili i segni delle culture dell'età dei metalli. Abitate sin dalla preistoria e conosciute anche in età classica, queste isole appartennero alla famiglia Pallavicini-Rusconi fino al XIX secolo, quando la proprietà della Tonnara passò ai Florio e poi ai Parodi. Favignana - Meta di viaggiatori, scrittori e pensatori antichi e contemporanei Favignana ha ispirato, con i suoi colori, la sua natura e le sue coste lussureggianti, i viaggi di numerosi artisti ed esploratori. Oggi è frequentata da un turismo vivace soprattutto nel periodo estivo, quando le acque dalle trasparenze verde azzurro, e la ricchezza delle grotte naturali lungo le coste, si mostrano in tutta la loro bellezza. Nell'interno del paese, altre bellezze, altri luoghi d'incanto: le cave di tufo e di arenaria, che mutano i loro colori in un gioco di luci ed ombre. Arroccato sopra il monte di Santa Caterina, che domina il porto di Favignana, sorge il Forte omonimo; da questo cocuzzolo, raggiungibile attraverso lunghi e sinuosi tornanti, si ammira un panorama sul paese e sulla ottocentesca tonnara dei Florio. Le prime due tonnare, quella di San Leonardo e di San Nicolò, furono invece installate a Favignana in epoca angioina. Alla famiglia Florio l'isola ha legato la sua prosperità dalla seconda metà dell'800, fino ai primi decenni di questo secolo. A simbolo di Aegusa (questo il nome antico di Favignana) è stato edificato, infatti, lo stabilimento dei Florio che si trova proprio all'ingresso di Favignana, sul porto; il giro dell'isola, via terra, inizia esattamente da qui: un'unica strada conduce placidamente dal porto verso il centro del paese ed è subito un immergersi negli aromi del Sud, nei colori della macchia mediterranea e nei sapori salmastri. Lungo questo percorso si raggiunge la piazza Matrice, e sulla destra si entra nel quartiere S. Anna, il nucleo più antico del paese edificato verso la metà del 1600, dove si nascondono, tra le splendide cave di tufo, i giardini ipogei da cui emanano i profumi delle Mille e una notte. Affascinano i visitatori, per la ricchezza degli scenari naturali, punta Faraglione (alta 34 metri circa a strapiombo sul mare) all'estremità settentrionale dell'isola, punta Ferro e punta Calarossa.
Levanzo - A poche miglia dall'isola di Favignana si trova Levanzo: l'isola più vicina alla costa trapanese, con un piccolo porto, e un adorabile paesino. Le coste di Levanzo sono alte e rocciose e, in generale, l'aspetto dell'isola è più selvaggio rispetto alla vicina Favignana. Tra i rinvenimenti preistorici quelli più rappresentativi sono visibili nella grotta del Genovese: si tratta di tracce del neolitico e del paleolitico; questa grotta è raggiungibile sia dal mare che da terra, percorrendo per circa due ore un sentiero solitario. Abitata da poche centinaia di persone, Levanzo si mostra in tutta la sua bellezza di oasi solinga: un piccolo borgo in cui il ritmo della vita frenetica sembra essersi interrotto, una deliziosa cala in cui si può godere di un mare color smeraldo e una mulattiera che la taglia da nord a sud, congiungendo il villaggio al faro di Capo Rosso, a picco sul mare. Chi ama il fresco dei boschi può visitare anche Cala Minnola dove già da anni è iniziata una attività di rimboschimento con pini, tipici della macchia mediterranea.
 Marettimo - A 38 chilometri ad ovest di Trapani emerge da splendide acque cristalline Marettimo: l'isola più montuosa e verdeggiante dell'arcipelago delle Egadi, popolata da rupi alte fino a 700 metri (come monte Falcone) e abbondante di sorgenti di acqua freschissima. Sulla Punta Troìa è visibile una fortezza borbonica, un tempo adibita a prigione; appena sopra il paese si scorgono le tracce del passaggio romano nell'isola e anche una piccola chiesa di epoca normanna. Ricca di suggestive grotte raggiungibili in barca - splendide quelle del Cammello, del Presepe e della Bombarda - Marettimo accoglie anche diverse specie endemiche, animali e vegetali. La visita all'isola è oggi agevolata dalla presenza di sentieri pedonali che consentono di apprezzarne appieno il fascino; proseguendo lungo uno di questi si raggiunge la fonte Pegna, dove sopravvive una piccola pineta. Nella zona nord-occidentale dell'isola è visibile una macchia a leccio, lentisco ed erica.Tipiche di Marettimo sono anche numerose specie vegetali appartenenti alla macchia mediterranea. Il rito della mattanza-Fino a una quarantina d'anni fa la mattanza dei tonni era uno spettacolo tradizionale lungo le coste siciliane, oggi invece sopravvive in pochissimi luoghi. Favignana è tra questi. La mattanza (dallo spagnolo matar, uccidere) si svolge tra fine aprile e metà giugno e, pur nella sua finalità diretta a catturare i tonni da vendere sul mercato, riassume storicamente nella mente delle genti di Sicilia il valore simbolico dell'eterna lotta tra l'uomo e la natura, qui in forma di animale (ci viene in mente la corrida spagnola o la lotta titanica tra il marinaio e il marlin ne "Il vecchio e il mare" di Hemingway): rituale popolare, tradizione corale, cerimonia intensa e crudele, intrisa di forti significati culturali. I branchi di tonni spinti dalle correnti orientali del mediterraneo si ritrovano ogni anno a primavera nelle calde acque del Canale di Sicilia per l'accoppiamento, ed è qui che i pescatori organizzano il sofisticato metodo di cattura, secondo una tecnica antica e rigidamente codificata.  Gli animali vengono dapprima guidati all'interno di un sistema di reti e ancore galleggianti che li incanala verso la "camera della morte"; a questo punto le imbarcazioni chiudono da ogni lato il quadrilatero e i tonnaroti issano la rete dove i tonni soffocano, storditi per la mancanza di spazio e di acqua. E' il momento della mattanza: i marinai colpiscono i tonni con gli arpioni e li issano sulle barche, mentre l'acqua diventa rossa del loro sangue in un crescendo impressionante. Al di là dei fatti simbolici comunque il lavoro delle tonnare siciliane rappresentava in passato una voce complessa e importante dell'economia, con grandi stabilimenti (oggi splendidi esempi di archeologia industriale) e una vera attività imprenditoriale, con un forte indotto, per la lavorazione e la conservazione del pesce. Nelle isole le tonnare sono importanti per l'economia sin dal 1453, quando divennero titolo di baronia. Seguendo poi il flusso degli interessi marittimi e commerciali dei liguri verso quest'arcipelago, i Pallavicini-Rusconi, banchieri genovesi, ottennero nel seicento da Filippo IV di Spagna l'arcipelago e le tonnare, in cambio di un loro grosso credito. Nel 1878 i Florio, anch'essi di origine ligure e grandi imprenditori, con due milioni di lire in contanti divennero proprietari di tutto; fu questa famiglia a rendere moderne le tonnare e a creare gli stabilimenti industriali per la lavorazione dei prodotti ittici. Successivamente arrivarono i Parodi, i quali ne divennero a loro volta i proprietari, confermando il rapporto esistente tra Egadi e Liguria. In queste isole si va per riposarsi, per fermare il tempo. Per rieducarsi con gusto e tranquillità al vero senso delle cose, dei rapporti umani e con la natura. Per re-imparare quali sono i bisogni veramente essenziali e quali gli inutili orpelli che affaticano le nostre esistenze. Non c'è molto da fare in queste isole per chi ama le vacanze stressanti come stressante sarà per loro il resto dell'anno. Già, in queste isole si dimentica facilmente cosa è lo stress. Mare, sole, letture, un giro in bicicletta e qualche chiacchierata in piazza con i locali. Favignana è l'isola più mondana..si può assistere a concerti e spettacoli sotto il cielo stellato e si può anche ballare! E per chi ama il buon cibo sarà ammaliato dai sapori irresistibili. Le isole hanno una tradizione gastronomica di tutto rispetto, ovviamente basata sul pescato: piatti semplici, ma curati e saporiti, sempre preparati ingredienti freschissimi, prodotti direttamente sul posto. Nei pochi ristoranti dell'isola si mangia bene praticamente dappertutto; ma il massimo sarebbe stringere amicizia con gente del posto ed assaggiare la cucina casalinga. Noi vi consigliamo di provare ovviamente il tonno, che qui preparano in diverse versioni: semplicemente alla griglia, con la cipollata, all'agrodolce. Poi gli involtini di spada, le fritture di gamberi e di calamari, le prelibate aragoste lessate arricchite con un filo di olio d'oliva, la cernia o l'orata preparate al forno con le patate. Noi ci siamo trovati benissimo in un piccolo ristorante di Favignana, l'Egadi, dove ad un'accoglienza affettuosa e discreta si unisce una cucina raffinata e ghiotta che valorizza al meglio una materia prima di straordinaria qualità. Assaggiate il carpaccio di tonno alle erbe, il lattume, le frascatole in zuppa di aragosta (una sorta di cuscus cotto direttamente nel brodo dell'aragosta), le farfalline alla crema di seppie con finocchietto selvatico e mandorle tostate. E il pesce in tanti modi. Chiudete con le cassatelle di ricotta, i fichi al forno o i succosi gelsi neri. Prima di alzarvi bevete poi un ultimo rosolio fatto in casa. E la vita vi sembrerà più rosea. Se poi la vostra vacanza è destinata a finire (come per tutti noi comuni mortali) portatevi almeno un ricordo (alimentare) di questo sogno: i pescatori locali si sono organizzati in diverse cooperative che, con passione ed antica arte, lavorano e conservano il pescato: in centro troverete diversi negozietti che vendono i tipici prodotti di tonnara, sia sottoli che salati, come bottarga, cuore, ficazza, mosciame. Il calore del sole e dell'accoglienza delle Egadi tornerà con voi nelle vostre case.

Alla Scoperta delle bellezze di Mozia, Pantelleria e Ustica





L'itinerario comprendente le isole vicine alla Sicilia può iniziare dalla piccola ma caratteristica isoletta di Mozia, situata nel Mar Mediterraneo nel mezzo dello Stagnone di Marsala, isola abitata un tempo dalle popolazioni fenicie ed oggi sito curioso per la presenza delle saline caratterizzate dalla presenza dei mulini a vento per la macinazione del sale e le vasche per la evaporazione. L'isola è caratteristica anche per una antica villa di origine romana e caratteristica per i mosaici di pietre di fiume dei suoi pavimenti, per il bacino artificiale Cothon scavato all'interno dell'isola ed utilizzato per il carenaggio, da un particolare cimitero, il Tofet, dove si trovano le anfore contenenti i resti di bambini morti, poco visibili perchè protetti da un tetto molto basso. Quest'isola è stata già citata negli itinerari riguardanti i Musei ed i siti archologici isolani. Qui occorre ricordare menzionarla per la bellezza del suo paesaggio naturalistico. Laguna dello Stagnone-La Laguna dello Stagnone comprende una superficie di 2.000 ettari racchiusi tra lo sperone roccioso di Punta San Teodoro e Capo Lilibeo. Essa racchiude, a sua volta, un piccolo arcipelago composto dall'Isola Longa (o Grande), dall'Isola Scuola e l'Isola di San Pantaleo (Mozia). La Laguna e' stata trasformata in Riserva Naturale Orientata dal 1984 per proteggere l'ingente e prezioso ecosistema comprendente, ad esempio, esemplari di martin pescatore ed espressioni vegetative come la calendula di mare. Pantelleria-Un'altra isola in provincia di Trapani è quella di Pantelleria, nota per la possibilità di vivere nei freschi dammusi, per la possibilità di visitare siti naturalistici come la Montagna Grande, i boschi di pini a leccio, il vulcano Monte Gibele ed i siti archeologici come le catacombe di Monastero, il villaggio abbandonato di Mueggen, la Grotta del Bagno Asciutto, utilizzata in passato come sauna e le favare. L'isola si trova a soli 37 chilometri dalla costa africana e a 47 metri da quella siciliana. L'isola e' la parte emersa di un edificio vulcanico. Gli ultimi eventi eruttivi risalgono a circa 9.000 anni fa, mentre gli ultimi eventi sismici rilevanti risalgono alla fine del 1800. Le attuali manifestazioni vulcaniche presenti nell'isola sono a carattere secondario e sono denominate "Favare". Sono delle emissioni di vapore acqueo. Esempio fra tutte e' la Favara Grande, posta alle pendici della gia' citata Montagna Grande. Tra le altre manifestazioni vulcaniche secondarie occorre menzionare "I Bagni Asciutti o Stufe" (grotte naturali che presentano delle emanazioni di vapore acqueo ad altissima temperatura) e la Grotta del Freddo o "Pirtusu du Nutaru" (qui si assiste alla fuoriuscita di aria fredda prodotta dalla particolare circolazione di aria all'interno delle grotte). Da citare, infine, le sorgenti di acqua termale presenti in tutta l'isola, come quelle del lago Specchio di Venere (conca d'origine calderica, il lago e' composto da acque minerali saline) e quelle di Cala Gadir (borgo di pescatori). Caratteristica principale dell'isola e suo vero e proprio simbolo e' il "dammuso", costruzione nata nel X secolo dopo Cristo. Esso si presenta con muri molto spessi e con il tetto a cupola ed e' concepito in tal maniera per canalizzare l'acqua piovana nelle cisterne. Lo spessore del muro consente di isolare l'interno dell'abitazione in modo da autoregolare la temperatura. In tutta l'isola si trovano i resti di antiche macine di pietra lavica scolpite da artigiani fenici. Altre tracce dell'antico passaggio dell'uomo sono le "Sesi", le tombe di dignitari e capi villaggio costruite con degli enormi blocchi di pietra lavica; vicino a queste tombe si trovano i resti di un antico villaggio preistorico costiero. Tutta l'isola offre la possibilità di fare dei giri a cavallo per visitare i vari percorsi naturalistici, nonchè la possibilità di fare delle escursioni in barca per visitare le varie baie e veri e propri angoli di paradiso lungo la costa. Tanto per citare alcuni nomi, si possono fare quelli della "Ballata dei Turchi", del faraglione di "Dietro l'isola" e quello "Del Tracino" e gli scogli del Formaggio. Il visitatore amante dei percorsi naturalistici, di esperienze vacanziere qualificanti non può perdersi l'opportunità di una bella vacanza in questa isola. Superato l'impatto iniziale costituito dal porto che non offre una degna immagine dell'isola, si arriva in quest'isola ricca di verde che può esser degnamente ammirata in periodi primaverili o autunnali, quando le temperature miti del luogo offrono la possibilità di effettuare delle vere vacanze senza immergersi nell'opprimente turismo di massa. Ustica-L'isola di Ustica rientra nella provincia di Palermo ed attrae per la bellezza naturalistica comprendente la Cala di Santa Maria, il bastione di Monte Guardia dei Turchi, la Cala del Camposanto, la Punta dell'Omo morto con i suoi precipizi, la selvaggia contrada dell'Arso, Punta Gavazzi ricca nella sua predominanza di rocce nere che contrastano con il bianco faro, la Punta di Megna con il susseguirsi di baie, pareti laviche e scogli che rientrano nella tutela legislativa come Riserva naturale integrale comprendente anche il tratto di mare più prezioso dell'isola. Per non parlare poi di altri siti naturalistici interessanti raggiungibili con la barca, come la Grotta Azzurra e quella della Pastizza, la cala di San Paolo, la punta dell'Arpa e del Licciarolo, la Colombaia. A tutta questa bellezza naturale occorre aggiungere alcune costruzioni come il Villaggio dei Pescatori dal predominante colore bianco, la torre borbonica, una vera e propria fortezza dall'energia e superbia traboccanti. Da tutto questo si evince come l'isola offre davvero il meglio a chi vuole passare una vacanza veramente distensiva, a chi ha la capacità di lasciarsi assoggettare dai ritmi naturalistici, molto diversi da quelli umani, a chi vuole godersi gli splendidi tramonti sul Mediterraneo visibili da questo vulcano sommerso che è Ustica. Per dare una visione davvero completa dell'isola, occorre dare dei cenni alla sua storia. Essa fu un sepolcreto fenicio ed insediamento che in seguito conobbe anche altre influenze fino ad ottenere la degna comprensione che merita con i Romani che la chiamavano Ustum, cioè bruciato.
Ustica dal 1986 e' la sede della prima Riserva Marina Italiana che comprende 16.000 ettari.

Filicudi..la quiete dopo la tempesta!




Filicudi e’ senza dubbio la piu’ magnetica delle isole eolie; forse perche’ e’ la piu’ antica dell’arcipelago, essendo nata 600.000 anni fa grazie alle eruzioni vulcaniche delle sue 7 bocche. O forse per la sua forma di tartaruga o di donna incinta che riposa sulle acque. Oggi Filicudi e’ un paradiso selvaggio, di mare cristallino, cespugli profumati di assenzio e piante di capperi in fiore. Non e’ raro vedere a pochi metri dalla costa delfini e tartarughe marine, sullo sfondo mozzafiato delle altre sei isole. Nelle notti senza luna, sotto un manto stellato, si può scorgere il rosso intenso della colata lavica di Stromboli. Il dolce incedere della vita di Filicudi fa rapidamente dimenticare lo stress della città. Si sbarca al piccolo porto e si può subito fare il bagno, tanto l’acqua e’ trasparente; o gustare una granita di gelso tipica dell’isola. Un gozzo e’ l’ideale per andare alla scoperta delle coste, tra antiche sciare, faraglioni in mezzo al mare e suggestive grotte marine. La piu’ bella, la Grotta del Bue Marino, fino a poco tempo fa ospitava una colonia di foche monache. Qui il mare e’ sovrano, anche per chi non vuole affittare un gozzo. Oltre alle spiagge del Porto e di Pecorini, ci sono le Punte, antiche colate laviche raffreddate dall’acqua, ora dolci e levigate, ora aspre e spettacolari. Gli amanti dello snorkeling, invece, non possono perdere una nuotata al faro, dalla parte disabitata dell’isola. Qui e’ possibile vedere fondali di ricci purpurei, pesci, polipi e stelle marine. E per chi pratica diving, ci sono due luoghi culto: la secca al largo di Capo Graziano, dove giacciono, 45 metri sotto il livello del mare, numerosi relitti affondati nel corso dei secoli, da galeoni spagnoli a galere romane; e l’amplia grotta marina, davanti alla vecchia cava delle macine in pietra, dove si riproducono i gamberetti rossi tipici dell’arcipelago (40 metri slm). Le pareti di questa grotta, grazie alle uova blu elettrico dei gamberetti, assumono colori sgargianti. Per chi invece preferisce restare sopra il livello del mare, un tuffo alla Canna con il gozzo e’ obbligatorio. Per gli amanti delle passeggiate Filicudi e’ un piccola perla. Offre piu’ di 70 chilometri di antiche mulattiere. Il paesaggio dell’isola, a uno sguardo più attento, svela un’antica e intensa attività agricola. La terra e’ interamente ricoperta di terrazzamenti, oggi appena visibili. Fino agli anni ’30 Filicudi era coltivata a vigne, orzo, grano, segale e ulivi. Dopo le ondate di emigrazione, che hanno ridotto la popolazione a un pugno di abitanti (circa 200), la natura ha ripreso possesso degli ampezzamenti, lasciando pero’ intatti i sentieri un tempo usati dai muli (che per questo si chiamano mulattiere). Le mete piu’ belle sono senz’altro la sommità della Montagnola di Capo Graziano, che ha ospitato un insediamento neolitico; Zucco Grande, un’antica contrada abbandonata; la sorgente di acqua dolce e Fossa Felci, il punto più alto dell’isola (774 metri), da dove e’ possibile ammirare in un solo sguardo alba, tramonto e le sei perle del Mediterraneo. Tra le passeggiate più facili e al tempo stesso più eclatanti, c’è il Belvedere, dove il sole tramonta dietro il faraglione della Canna, incendiando in controluce il mare, il cielo e il cono di Alicudi. Difficilmente lo dimenticherete. Dopo il tramonto si puo’ andare alla scoperta del fiabesco borgo di pesatori di Pecorini Mare, dove potrete mangiare una deliziosa pasta alle mandorle, sulla Terrazza in riva al mare della Sirena, o deliziarvi con il miglior crudo di pesce della Sicilia, allo Yatching Club dello storico Carlo Levy. Un ottimo posto anche per gli amanti della musica e dei mojito fatti ad arte. Un alternativa per l’aperitivo e’ il pittoresco Saloon di Pecorini, occasione ideale per incontrare la vita semplice e spontanea dell’isola. Questo luogo storico conserva ancora intatta l’energia del suo fondatore, il leggendario Triolo, memoria storica di Filicudi. Secondo le voci locali era l’unico depositario degli antichi segreti sciamanici del mare. Grazie a una danza particolare si dice potesse spezzare le minacciose trombe d’aria che battevano fuoriose sulle coste. C’è chi giura di averlo visto, altri dicono che sono solo storie, ma a noi piace ricordarlo cosi’.